Stefano Cigarini, direttore di Zoomarine, illustra la realtà del parco di Torvaianica. Un articolo di Roberto Canovi

A cura di Roberto Canovi
In occasione della giornata dedicata alla consegna dei Parksmania Awards 2010, si è svolta a Gardaland il 12 dicembre 2010 una Tavola Rotonda del settore amusement organizzata dalla testata giornalistica online Parksmania.it. Si è trattato di un'occasione di confronto fra parchi e aziende per discutere di mercato e strategie, nuove normative per la certificazione del merchandise e nuove frontiere nell'interazione con l'ospite. La prima parte dell'incontro, dal titolo “Come investire oggi nel settore amusement: motivazioni, idee, esperienze e case history”, ha visto protagonisti alcuni rappresentanti di parchi italiani, tra cui Stefano Cigarini, direttore di Zoomarine.
Zoomarine ha vissuto negli ultimi due anni una crescita davvero interessante. Come si è intervenuti per raggiungere questo risultato?
“Ricette garantite o segreti particolari purtroppo davvero non ve ne sono. Il nostro parco in effetti negli ultimi due anni ha riscontrato un incremento notevole in termini di presenze rispetto ai primi anni, ma quello che ha provocato questo risultato è tutto sommato molto evidente ed è anche la diretta conseguenza di come ci siamo mossi sia sul fronte dell'offerta di prodotto che del mercato potenziale dei diversi target di pubblico che siamo andati a colpire.
Il parco è molto giovane - inaugurazione a settembre 2005 - e ha avuto delle oggettive difficoltà all'inizio della sua storia. Poi, un incremento esponenziale, che effettivamente è anomalo considerando i numeri e le statistiche che regolano da sempre il settore dei parchi. Un case history particolare, dunque, che cercherò di analizzare fornendo quella che ritengo essere la risposta alla domanda del come siamo giunti a questo.
Nel 2008 sono stati emessi 220.000 biglietti, nel 2009 siamo passati a 370.000 e quest'anno, nel 2010, siamo arrivati a 540.000, di cui 35.000 sotto forma di “pacchetto hotel + parco”. Ribadendo che la crescita del 60% annuo registrata è un dato anomalo e che come tale deve essere trattato, cerchiamo di capire cosa è successo. Innanzitutto il parco alla sua apertura era sovradimensionato rispetto ai 200.000 visitatori che registrava. Un parco di oltre 30 ettari non può sopportare una presenza così scarsa di pubblico.
La mancanza di identità di vedute da parte dei due soci proprietari originali - portoghese e italiano – non ha permesso di seguire fin da subito una linea ben definita d'intervento e questo, come tutti gli addetti ai lavori ben sanno, causa danni enormi sia nello sviluppo che nella promozione del prodotto. Il che si ripercuote poi sia sul management che sul numero di ingressi.
La conseguenza è stata che alla fine del 2007, senza una politica chiara di intervento su specifici tipi di target, il parco era seriamente indiziato di fallimento e si è dunque pensato di cambiare strategia con un nuovo management che si è fin da subito posto come obiettivo di individuare quali in effetti erano gli asset strategici su cui puntare per dare, per così dire, un'identità ben riconoscibile al parco e sfruttare i punti di forza che in effetti esistevano già".
Quali sono dunque questi punti di forza?
"Prima di tutto il mercato, inteso come pubblico potenziale. Zoomarine ha infatti la fortuna di interessare, nell'isocrona delle tre ore di viaggio, oltre 15 milioni di persone. Altro particolare importante, almeno per quello che ha riguardato fino ad ora la situazione esistente, il parco aveva il vantaggio di operare praticamente in regime di monopolio vista l'assenza di altri parchi tematici sul territorio.
A inizio 2008, infatti, lo storico e ormai decaduto Luneur aveva già chiuso i battenti, mentre Rainbow Magic Land si prevedeva non sarebbe stata presentata sul mercato prima del 2011, seguita poi a distanza di uno o due anni da Cinecittà World. E' dunque evidente che è più facile crescere se non vi sono alternative sul mercato, oltretutto se si parte da numeri così esigui come quelli realizzati nelle stagioni precedenti".
Dalla fine della primavera opererà Rainbow MagicLand e sono già avviati i lavori per Cinecittà World. Un mercato che diventerà inflazionato?
"Sicuramente la concorrenza aumenterà, ma se la qualità di tutti i prodotti, e non ho ragione di dubitarne, sarà elevata, ognuno sarà in grado di ritagliarsi un proprio spazio e sono sicuro che aumenterà il numero di persone che vorranno visitare le diverse strutture che, non dimentichiamolo, si presentano con caratteristiche diverse l'una dall'altra. "Crescerà l'intero sistema, dunque".
Altri motivi alla base della crescita di Zoomarine negli ultimi due anni?
"E' anche necessario sottolineare come la crescita del format abbia dato un ulteriore impulso. Nello specifico, il parco si presentava all'inizio come un parco zoologico e di vita marina, mentre il parco portoghese Zoomarine Algarve, che è il capostipite del nostro, oltre alle esibizioni con animali presentava diverse attrazioni meccaniche per la famiglia. Questa caratteristica, che permette di rendere molto più appetibile - e ripetibile - l'offerta, è stata implementata finalmente anche a Roma, pur nei limiti di interventi che non possono certo essere faraonici stante la situazione che si era venuta a creare.
L'inserimento di un'area beach con i relativi scivoli, un family rollercoaster e altre giostre hanno favorito dunque, insieme ad una concomitante attenta e martellante politica di marketing, di raggiungere i numeri evidenziati all'inizio. E ora anche le banche, ovviamente, sono molto più disposte ad affiancarci negli investimenti.
Abbiamo poi operato con una politica di marketing molto aggressiva e utilizzato al massimo tutte le potenzialità attualmente insite nello strumento di internet: social network, prenotazioni online, e tanto altro. Crediamo molto anche negli Eventi al parco e abbiamo investito molto su questo. Lo faremo anche in futuro e siamo convinti che i risultati, magari non con incrementi così significativi come quelli appena registrati, ci conforteranno nel tempo".