Dalle prime scocche in vetroresina delle vetture per Autoscontro, ai soggetti horror per i Treni Fantasma dei Luna-Park: un viaggio a ritroso nel tempo per scoprire il mondo del divertimento negli anni ’60 e ’70

Il mondo delle Giostre è sempre stato legato a quello dei Parchi di Divertimento, che altro non sono se non l'evoluzione del classico Luna-Park. Il legame è costituito sia dalle attrazioni che dalle scenografie che le circondano, ma anche dal solo in apparenza semplice design delle vetture o dalla meccanica che presiede i movimenti più o meno sofisticati dei cosiddetti animatronici. I creatori di giostre sono a volte anche i creatori delle ben più appariscenti scenografie dei parchi e il percorso professionale effettuato da questi artisti prestati al divertimento racconta molta parte della storia e dell'evoluzione del settore amusement.
Uno dei protagonisti di questa evoluzione è Armando Tamagnini, illustratore, scenografo e progettista nato a Reggio Emilia nel 1940. Quando è avvenuto il primo contatto con il mondo delle giostre?
“Tra fine anni ‘50 e primi anni ’60 - racconta Tamagnini - come artigiano in società con Franco Cò, mio ex compagno di scuola dell'Istituto d'arte “Adolfo Venturi” di Modena, ci dedicammo con l’ausilio di un antico torchio da stampa alla decorazione a mano di piatti e piastrelle in ceramica ad uso souvenir e per oggetti d’arredamento.
Ed è proprio in questo periodo che avvenne il primo contatto con quella che ancora oggi è la mia grande passione. Il mondo del divertimento.
Gli Autoscontri
Le ditte Italiane più importanti del settore delle giostre, che andavano affermandosi anche all’estero, erano impiantate al Nord: la Bertazzon e la Sartori nel Veneto, la Spaggiari & Barbieri e la Soli a Reggio Nell’Emilia. Ed è proprio con la Spaggiari & Barbieri che insieme a Franco avemmo il primo contatto casuale con uno dei titolari, Dimes Barbieri, che ci mise alla prova nella realizzazione di un modello nuovo di carrozzeria per vettura d’autoscontro. Accettammo la sfida e ne uscì il modello della carrozzeria della LUX, vettura che sul mercato ebbe un ottimo riscontro”.
Portando a cessazione l’attività degli articoli d’arredamento, Armando e Franco nella posizione di artigiani esterni, avviarono dunque nel 1961 una collaborazione lavorativa con la Spaggiari & Barbieri. Franco fu poi assunto alla ditta Soli, mentre Armando proseguì nella collaborazione con la S&B sino al 1964 realizzando modelli di pensiline e di carrozzerie di vetture per autoscontri, soggetti e particolari decorativi per giostre varie.
Contribuì inoltre pittoricamente a realizzare fondali scenografici come quello di un singolare autoscontro denominato Kosmodromo che la Spaggiari & Barbieri stava costruendo per il suo cliente Angelo Piccaluga.
Una delle particolarità del Kosmodromo era che le vetture non venivano guidate col volante ma con la leva. In quegli anni si stava affacciando sul mercato italiano un materiale che avrebbe rivoluzionato il mondo delle giostre: la vetroresina.
“Prima della vetroresina - ricorda Tamagnini - le carrozzerie delle vetture venivano prodotte in lamiera dai battilastra (operai specializzati) che gli davano forma battendola con il martello. Per approfondire la conoscenza della vetroresina e delle altre materie plastiche che si stavano diffondendo e per svilupparne la sperimentazione, nel 1964 partecipai alla costituzione della Vercos, ditta che per l’esperienza di alcuni suoi componenti si presentava particolarmente preparata per effettuarne le lavorazioni. Partecipai alle varie fasi operative dell’azienda occupandomi principalmente di progettazione, realizzazione di modelli e stampi e, in parte, della produzione.
Nel 1966, acquisita una certa esperienza tecnica nelle lavorazioni con vari materiali, in particolare con le materie plastiche, uscii dalla Vercos e tornai con maggior padronanza delle mie competenze ad operare nel settore delle giostre anche nel ruolo di consulente tecnico. Nello stesso anno organizzai per conto della ditta Bonori di Cadelbosco (RE), il reparto modelli/stampi e lavorazione vetroresina per la produzione di pensiline e carrozzerie di vetture per autoscontro.
Con Giuliano Bonori ebbi l’occasione di recarmi in Francia a Parigi, presso la Reverchon, a prendere conoscenza di quelli che erano i segreti di una delle ditte tra le più avanzate a livello mondiale per la lavorazione della vetroresina nel settore delle giostre e in particolare per quanto riguardava vetture e pensiline per autoscontri.
L'idea che aleggiava allora nella Bonori era infatti quella di aprire a Cadelbosco una succursale su licenza Reverchon per la produzione in Italia di padiglioni e vetture da autoscontro. Nel 1967, fornii anche un servizio di consulenza alla ditta Sartori di Montagnana (PD) per le lavorazioni con la vetroresina con l’istituzione di un relativo reparto operante dalla formatura degli stampi alla produzione di manufatti finiti".
Il Circo e le Giostre per bambini
"Dal 1967 al 1974, con l’apporto operativo di mio fratello Arnoldo, già presente nello svolgimento di alcune precedenti esperienze lavorative, costituimmo e sviluppammo una ditta individuale che operava dall’ideazione fino al prodotto finito.
Realizzammo una svariata serie di elementi per giostre e per altre strutture del divertimento e dello spettacolo, comprese le giostrine per i bambini, iniziando poi a lavorare anche per i circhi.
Ricordo con particolare piacere la facciata dell’ingresso del Circo sul Ghiaccio di Moira Orfei. Si trattava di progettare una facciata importante per il circo e si convenne di rappresentare tridimensionalmente quello che già era rappresentato sui manifesti, cioè le gambe di Moira Orfei con pattini e costume da pattinatrice sul ghiaccio arricchendo la parte superiore del costume con una raggiera di luci”.
La Giostra Cavalli
Autoscontri e Circhi, che si legano indissolubilmente allo spettacolo viaggiante, ma oltre a questi, è importante sottolineare come l'anello di congiunzione tra l'intrattenimento itinerante e quello stanziale dei parchi di divertimento sia la Giostra Cavalli. Quest'attrazione, vera e propria icona del mondo del divertimento, è presente in praticamente tutte le strutture fisse ai quattro angoli del Globo e non è un caso che Walt Disney la volle collocare in posizione strategica proprio in linea con il portale del Castello della Bella Addormentata a Disneyland in California nel 1955. Anche questa attrazione fece parte dei lavori della vostra azienda?
“Certamente - prosegue nel racconto Tamagnini - perchè tra i lavori più significativi compiuti in quel periodo amo ricordare proprio la progettazione e la realizzazione del rivestimento scenografico e dei soggetti - cavalli e gondole - della giostra a cavalli a due piani che la 3B dei F.lli Bertazzon stava costruendo per il loro cliente Spini, stimato gestore che operava soprattutto nella zona di Venezia. Ed è stato proprio evocando le atmosfere veneziane che si era sviluppato lo studio del rivestimento della giostra e delle scene rappresentate nei riquadri della facciata e del soffitto”.
Il Treno Fantasma
Oltre alla Giostra Cavalli vi è un'altra attrazione tipicamente da Luna-Park che ha subito negli anni un'evoluzione talmente sofisticata da rivestire un'importanza strategica all'interno di tutti i parchi più importanti. Stiamo parlando della Dark-Ride, che pur presentandosi oggi con temi che variano dall'avventuroso allo storico, dal comico al fantasy, sono molto diffuse nei Luna-Park nella versione a tema grottesco-horror e conosciute come Treno Fantasma.
E anche in questo caso l'apporto di Tamagnini nel panorama italiano è stato di grandissimo impatto in quegli anni, tanto che l'azienda Tamagnini Armando per un certo periodo di tempo fu conosciuta anche come La fabbrica dei Mostri.
Tamagnini conferma infatti che “In effetti a dare forte connotazione all'attività della nostra ditta fu la tipologia di un elemento in particolare: il soggetto da treno fantasma, dotato di movimentazione, effettistica ed adeguata ambientazione”.
In Europa, Italia compresa, nel panorama delle attrazioni da Luna-Park già dagli anni trenta si era andata a radicare una tipologia di attrazione proveniente dagli Stati Uniti che non poteva mancare in ogni parco, sia nel fisso che nel viaggiante: La Dark Ride.
Si trattava di percorsi, prima sull’acqua e poi su rotaia, che potevano avere tematiche diverse, ma tutte accomunate dall'essere caratterizzate dal passaggio attraverso tunnel o zone buie. E da questo derivò anche il nome Tunnel dell’Amore. Arrivando in Europa, il nome Pretzel di queste attrazioni usato in America, venne modificato in Treno Fantasma. Il primo Treno Fantasma in Europa fu realizzato nel 1930 presso Blackpool Pleasure Beach, Inghilterra.
“Quando cominciammo a produrre i soggetti per Treno Fantasma - ricorda Tamagnini - non c’erano in Italia ditte che si occupassero in modo specifico della cosa. Esistevano i costruttori di treno fantasma ma non si trovavano costruttori specifici per i soggetti da treno fantasma. In genere, in qualche modo e spesso con il sistema del fai da te o con l’aiuto di qualche artigiano estroso, era il gestore stesso che diventava il costruttore.
I primi soggetti per treno fantasma ci furono richiesti da Zamperla Emilio, allora noto gestore di questo tipo di giostra. A seguire, più che i costruttori, furono soprattutto i gestori a rivolgersi alla nostra azienda per l’acquisto dei soggetti, anche se a diventare il maggiore acquirente fu la F.lli Pinfari di Suzzara (MN), famosa costruttrice di ottovolanti e anche di Treni Fantasma. Nel corso di quegli anni si avviò un proficuo rapporto di collaborazione con questa ditta, che rimase per molto tempo un riferimento di primaria importanza nel settore del divertimento.
Le prime scelte dei soggetti con Emilio Zamperla, che come primo lavoro ci commissionò il Gorillone, furono effettuate in base alla considerazione che avrebbero dovuto essere innanzitutto figure presenti nell’immaginario collettivo con riferimento ai mostri del cinema, dei fumetti e dei romanzi dell’orrore. Venivano raffigurati i personaggi più conosciuti quali Dracula, Frankenstein o La Mummia, che venivano poi affiancati da una serie di personaggi inventati di sana pianta quali L’Orco dei Tempi Moderni, La Femmina Folle, Diavoli, Streghe e Fantasmi, L'uomo delle Nevi. Queste figure si potevano poi ulteriormente caratterizzare variando i loro indumenti e il trucco, per poterli adattare ad ogni tipo di situazione e ambientazione. Molti furono ad esempio i soggetti richiesti per padiglioni caratterizzati da rappresentazioni folcloristiche”.
Come avveniva la produzione dei soggetti per il Treno Fantasma?
“Per quanto concerne la lavorazione, generalmente di ogni figura da realizzare veniva eseguito prima un bozzetto e poi un disegno esecutivo per la realizzazione di un'intelaiatura di sostegno sulla quale riportare il materiale per la modellatura, costituito da creta o altro. Terminata la modellatura, sul modello finito si interveniva con la formatura di uno stampo, quasi sempre in vetroresina, dal quale ricavare la produzione in serie della figura. A loro volta le figure venivano rinforzate con intelaiature per essere predisposte alle meccanizzazioni per i movimenti e gli effetti che dovevano abbinarsi.
Per le animazioni generalmente si costruivano meccanismi che potevano essere di tre tipi diversi: elettromeccanici, idraulici e pneumatici, senza potere usufruire, come poi accadrà in seguito - in particolare per il controllo dei sincronismi - della tecnologia elettronica. Naturalmente si cercava anche di rendere i meccanismi il più possibile semplici all’uso e soprattutto duraturi.
A completamento del ciclo di lavorazione i soggetti venivano colorati, decorati e vestiti o truccati a seconda del bozzetto di riferimento. Per quanto riguardava l'abbigliamento, a seconda del soggetto e della sua futura collocazione, si utilizzavano parrucche, bigiotteria varia, stivali, scarpe e vestiti che venivano adattati poi sulla figura stessa. Mentre alcuni capi di vestiario potevano essere confezionati, tagliati e cuciti direttamente dal personale interno, i tessuti potevano essere acquistati già fluorescenti perché fossero visibili al buio, oppure si rendevano tali con l’impiego di apposite vernici.

Alcuni soggetti prodotti su richiesta e altri di serie per l'attrazione di tipologia "Treno Fantasma"
Infine, i soggetti di serie venivano dotati di apparecchi atti a riprodurre i suoni e a variarne la luminosità, mentre per i soggetti che venivano prodotti su richiesta specifica, per interno o per esterno, quasi sempre si trattava di elaborare delle apposite ambientazioni con specifici effetti meccanici legati all'acqua o all'aria.
Quelli furono gli ultimi anni in cui la fantasia e l'ingegno dei creativi si scontrava con le limitazioni tecniche, ma si era ormai giunti alle soglie dello sviluppo dell’elettronica, che avrebbe permesso di realizzare opere decisamente più sofisticate”.
Resta però ancora oggi intatto il fascino esercitato da questi soggetti, che hanno stupito, divertito, spaventato, ma soprattutto accompagnato un'intera generazione sulla strada del boom economico, della scoperta del tempo libero e della voglia di divertirsi immergendosi nella riproduzione artificiale di mondi di fantasia.
Fantasia e creatività che ha caratterizzato quelli che sono stati i pionieri del divertimento in Italia.
Artisti sognatori e al tempo stesso concreti artigiani. Personaggi come Armando Tamagnini, grazie al quale possiamo scoprire la storia delle attrazioni che hanno fatto divertire i nostri genitori o nonni, e che hanno contribuito allo sviluppo di un settore, quello dell'intrattenimento, che a ragione riveste una fondamentale importanza nella nostra società.