Un breve ma interessante riassunto degli ultimi tre anni fiscali e uno sguardo al più lontano passato del Resort Disney parigino

Prendendo spunto da un post di Tracy Kahaner, articolista di Blooloop.com e titolare di Kahaner Research, abbiamo selezionato 8 schede riassuntive pubblicate su corporate.disneylandparis.com che, pur nella loro estrema semplicità, forniscono alcuni interessanti dati sul Resort di riferimento per il mercato europeo. I dati si riferiscono sia ai due parchi - Disneyland Park e Walt Disney Studios - che agli hotel tematici presenti all'interno della Disney Property - 7 in totale, compreso il Davy Crockett Ranch - ed escludendo per quanto riguarda le presenze quelli non gestiti direttamente e cioè i due Vienna International, il Kyriad e il Thomas Cook's Explorers.
Il dato relativo ai ricavi del Resort, ricordando che si parla sempre di anno fiscale (dal 1 ottobre al 30 settembre) e non di anno solare, evidenzia come negli anni vi sia stato un costante incremento del fatturato, anche a fronte, come vedremo in una tabella successiva, sia di un calo dei visitatori che degli introiti nell'ultimo anno dopo l'esaltante performance del 2012. Basti sottolineare come si sia passati dai 753,7 milioni euro (convertiti) del 1993 ai 1005,2 del 2001 e infine, prima degli ultimi 3 anni evidenziati nel grafico, ai 1275,9 del 2010. E' bene specificare che questi dati si riferiscono alle revenues totali, che comprendono sia il Resort che il segmento Real Estate (pur se relativamente impattante). Inoltre, sia i dati relativi a EBITDA (l'utile prima degli interessi passivi, imposte e ammortamenti su beni materiali e immateriali) che al risultato netto sono ovviamente differenti. Giusto per fare un esempio, per quanto riguarda l'EBITDA, nel 1993 si registrarono 18,6 milioni di euro (convertiti), che divennero 225,7 nel 2000, per poi variare sensibilmente ogni anno fluttuando su un range compreso tra 117,1 (2005) e 249,5 (2008). Nel 2013 l'EBITDA è stato di 144,3 milioni di euro.
Molto chiara la suddivisione dei ricavi, che assegna ben oltre il 50% ai due parchi tematici e quasi un 40% agli Hotel gestiti direttamente e al Disney Village, in cui sono presenti negozi e ristoranti. Non è specificato, ma è bene sapere che all'interno del Disney Village vi sono locali che non vengono gestiti direttamente dalla Proprietà, ma da aziende esterne che pagano ovviamente affitto e royalties e dunque il dato dovrebbe essere relativo ai soli ricavi delle attività con gestione diretta, sommati ai fee che pagano queste aziende partner.
Se analizziamo la provenienza degli ospiti nell'annata 2013, risulta ancora di fondamentale importanza la quota del mercato interno, che segna il 51%. Nonostante la storica avversione dei francesi appartenenti a certi ambienti radical-chic che ancora oggi non si rassegnano all'invasione perpetrata dai "colonialisti americani", dunque, il pubblico francese continua ad apprezzare il prodotto Disney. Gli altri paesi concorrono al successo del Resort con percentuali sostanzialmente equiparabili alla durata del viaggio. Le confinanti Gran Bretagna (14%), Spagna (8%), Belgio (6%) e Olanda (6%) forniscono infatti un elevato contributo di ospiti, mentre l'oggettivamente bassa percentuale di tedeschi (3%) ha - tra diversi motivi - una sicura spiegazione nella estremamente qualificata "concorrenza" generata da Europa Park. Per quanto riguarda l'Italia, il dato di affluenza rimane tutto sommato abbastanza costante, anche se negli ultimi anni si è avuto un buon incremento percentuale. Il 9% che rappresenta la somma degli altri paesi è un risultato destinato - Dubai e Abu Dhabi, in futuro, permettendo - a crescere ulteriormente, alimentato soprattutto dal mercato dei paesi emergenti dell'Est europeo.
Per quanto riguarda i mezzi utilizzati dagli ospiti per raggiungere il parco risulta evidente la correlazione con la provenienza geografica e relativa distanza dal parco. Il 17% registrato dai voli aerei, anche considerando che ben difficilmente queste persone visitano - come accade invece per gli ospiti di forte prossimità - il parco più volte l'anno, è indice del fatto che Disneyland Resort Paris, ormai è divenuta per un grande numero di persone una destinazione turistica di primaria importanza nel panorama europeo anche a prescindere dalla vicinanza con Parigi. Sarebbe poi necessario verificare se la percentuale dei visitatori che utilizzano la metropolitana è tutta composta da abitanti dell'hinterland di Parigi o se tra di loro vi sono turisti ugualmente provenenienti in aereo ma che hanno alloggiato in centro città. In ogni caso non si dovrebbe trattare di scostamenti percentuali, fatto 100, troppo rilevanti.
Il dato più importante, o meglio, quello che interessa generalmente il pubblico, è quello relativo alle presenze nei due parchi del Resort: Disneyland Park e Walt Disney Studios. Risulta evidente come dopo un buon incremento nel 2012 rispetto al 2011 (16 milioni di ingressi contro i precedenti 15,6), nel 2013 vi sia stata una contrazione decisamente importante. Tanto da segnare una perdita secca di visitatori pari a 1,1 milioni. Nonostante questo arretramento, come vedremo con le tabelle successive, la performance sul fronte della spesa pro-capite è stata comunque positiva. E' importante altresì evidenziare che gli ingressi vengono conteggiati in base al cosiddetto "first click" e questo significa che se un ospite entra ad esempio la mattina al Walt Disney Studios e poi nel pomeriggio si sposta presso Disneyland Park - o viceversa - gli ingressi non vengono sommati. All'atto della sua inaugurazione - 1992 - il Resort presentava un solo parco e gli ingressi conteggiati nell'anno fiscale 1993 furono 8,9 milioni. Incremento costante negli anni successivi, con 9 nel 1994, 12,6 (1997), 13,1 nel 2002 (quando venne inaugurato anche Walt Disney Studios), 14,5 (2007) e 15 milioni nel 2010.
Nel 2013 sono calati i visitatori nei due parchi e, parimenti, è calato anche l'indice di occupazione delle camere negli Hotel del Resort. Si è passati da un tasso che rasentava quasi il 90% nel 2011 ad un decisamente più modesto 79,3% nell'anno fiscale appena trascorso. Anche nel caso degli Hotel, però, la spesa pro-capite ha segnato un deciso aumento, rendendo meno amaro il bilancio complessivo. Se ritorniamo indietro nel tempo è facile capire come siano stati proprio gli Hotel - a causa di valutazioni e scelte inizialmente errate - a rendere tragici i primi bilanci del Resort: nel 1993 il tasso di occupazione fu del 54,4% e solo nel 1998 si oltrepassò la soglia dell'80% per poi assestarsi all'interno di un range variabile tra questa percentuale e il mai più raggiunto 90,9% dell'annata fiscale 2008. Come è possibile notare, il 2013 ha riportato il tasso al di sotto della soglia raggiunta nel 1998, ma è doveroso sottolineare che negli ultimi anni è fortemente aumentata la disponibilità di camere (circa 5800 sono rimaste quelle ufficiali della società) non solo con i 4 Hotel partner già citati, ma anche con quelli sorti, sempre in partnership, nella vicina Val d'Europe.
La tabella relativa alla spesa pro-capite degli ospiti all'interno dei parchi (biglietto d'ingresso, cibo e bevande, negozi e altri servizi, al netto della tassa equivalente alla nostra IVA) evidenzia come dal 2011 al 2013 si sia incrementato l'introito di 2 euro passando da 46,16 euro a 48,14. E' però interessante rilevare come l'incremento maggiore si sia verificato l'ultimo anno con una differenza di ben 1,70 euro a persona. Questo è servito a mitigare il crollo negli incassi nonostante un saldo negativo delle presenze di 1,1 milioni. Senza questo aumento di 1,70 euro a persona, l'incasso sarebbe stato di 691.360.000 euro invece dei 717.286.000 segnati. In concreto, sono dunque stati incassati "solamente" 25,757 milioni di euro in meno rispetto al 2012, quando si raggiunsero i 743,040 milioni. Tornando indietro nel tempo è molto interessante notare come nel primo anno fiscale (1993) la spesa pro-capite fu di 38,3 euro (convertiti), ma già dall'anno successivo si ridusse: 36,2 nel 1994, 34,3 nel 1995, toccando il picco negativo nel 1996 con 34 euro. Una lenta risalita cominciò nel 1997 con 34,4 e proseguì al ritmo di circa un euro l'anno fino al 40,1 del 2002, per poi continuare a salire per raggiungere i 45,3 euro nel 2010.
Aumento della spesa (per camera) rispetto al 2012 anche per quanto riguarda gli Hotel Disney. Si è passati dai 231,33 euro del 2012 ai 235,01 dell'ultimo esercizio, con un aumento di quasi 4 euro. Il dato è la somma della spesa per l'occupazione della camera, per il food & beverage e tutti gli ulteriori servizi a pagamento fruiti dagli ospiti all'interno degli Hotel. Come nel caso della tabella precedente, la cifra indicata non comprende la tassa equiparabile alla nostra IVA. Relativamente ai primi anni di esercizio si scopre che la spesa era decisamente più bassa: 136 euro nel 1993, 165,4 nel 2000, 186,6 nel 2004. Poi si è verificato un calo nei due anni successivi con un assestamento su quota 179,2 e 179,5, per poi ricominciare una poderosa risalita che dai 197,9 del 2007 ha portato ai 209,8 del 2010.
Osservando le altre numerose tabelle riassuntive presenti sul portale della Company si possono meglio comprendere le dinamiche che regolano uno dei più poderosi investimenti della storia europea legati al tempo libero e al divertimento, ma che per essere correttamente spiegate in ogni sua sfumatura necessiterebbero di ben più di questo semplice articolo. Basti solo pensare che ancora molte persone ignorano che il Resort Disney di Parigi è parte di una ben più complessa operazione immobiliare e che addirittura gli stessi parchi non sono - se non in parte e solo grazie ad operazioni svoltesi molto recentemente - di completa proprietà della Disney Company.
Non tutti sanno - giusto per citare un banale esempio - che la Euro Disney SCA
versa alla Disney Company importanti royalties relative a merchandise e utilizzo del brand. In Giappone, addirittura, l'intervento Disney è ancora più limitato in quanto la proprietà è della Oriental Land Company (che segna puntualmente bilanci strepitosi). Non stupiscono dunque, come nel caso di Parigi, i frequenti numeri negativi riportati all'interno delle tabelle più dettagliate. All'interno di un'operazione così enorme, statene certi, qualcuno non guadagna (ad esempio i piccoli azionisti), ma segmentando i diversi capitoli di spesa e ricavo, risulta palese come sul fronte della specifica gestione dei due parchi tematici i numeri risultino decisamente interessanti. A prescindere dalla presentazione dei bilanci annuali e fosse anche solo per quanto riguarda i posti di lavoro creati.