Gli studenti del corso di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Verona scoprono l’affascinante Universo dei Parchi a Tema

Le Accademie di Belle Arti in Italia sono un riferimento culturale per la formazione artistica nelle arti visive, applicate e nella storia dell’arte. Purtroppo, molti di coloro che hanno avuto la possibilità di studiare all’interno di queste prestigiose strutture della cultura italiana sanno bene che l’insegnamento spesso è molto trascurato. Gli alunni e i docenti lamentano il funzionamento delle Accademie, eppure, forse da entrambe le parti, non si sta facendo nulla per cambiare questo modus operandi.
All’Accademia di Belle Arti di Verona, studenti come Valentino Ceol e la sua docente, la Prof.ssa Caterina Pinelli, puntano al rinnovamento. Ceol, studente del terzo anno di Scenografia è da sempre appassionato dall’affascinante mondo dei parchi a tema. Conoscere il "dietro le quinte" di questo universo è sempre stato il suo sogno. Come promotore di questa cultura, ha chiesto alla sua professoressa di Scenografia e Scenotecnica, la Prof.ssa Caterina Pinelli, di poter organizzare questo corso rivolto agli studenti del triennio di Scenografia. La professoressa ha acconsentito immediatamente al progetto e così Ceol è riuscito a contattare Marco Bressan e Claudio Mazzoli, i quali hanno gentilmente accettato l’invito. Hanno raccontato agli studenti la loro esperienza di scenografi nei parchi a tema.
Valentino Ceol, da dove nasce l’idea di proporre questo corso per te e i tuoi compagni?
Inizialmente nasce dal desiderio di conoscere Claudio Mazzoli e Marco Bressan. I due scenografi sono la principale ispirazione che tre anni fa mi ha aiutato a scegliere l’indirizzo di Scenografia. Mi sembrava l’occasione giusta per coinvolgerli per conoscere una sfaccettatura della scenografia che non è solo teatrale o cinematografica. Volevo che i miei compagni di corso potessero sentire la stessa energia che è stata trasmessa a me anni fa.
Da dove ha origine la passione per i parchi a tema?
Questa passione ha origine da bambino quando, una volta all’anno, i miei genitori mi portavano a Gardaland. Il pensiero di passare un’intera giornata in un mondo totalmente diverso da quello reale mi rasserenava, mi immergeva in un’esperienza magica completamente estranea dal mondo esterno. Mi ha sempre affascinato. Crescendo, i sentimenti sono mutati, il fascino è rimasto, ma ho anche capito che c’era una possibilità professionale e che volevo trasmettere la magia che provavo da bambino ad altri bambini.
Il corso, che ha avuto luogo il giorno 24 maggio 2022, presso la sede distaccata del corso di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Verona, verteva sulla presentazione del settore lavorativo dei parchi a tema, come opportunità professionale differente da quelle esposte nella stessa Accademia. La figura dello scenografo nei parchi a tema - spiegano Mazzoli e Bressan - è differente da quella che lavora a teatro. Vengono richieste competenze differenti e un’ampia conoscenza anche di altre discipline.
Vedendo i lavori dei due scenografi presenti, gli studenti del corso hanno scoperto quanto deve essere polivalente la figura di questo professionista. Oltre alla scenografia e a una sufficiente conoscenza di architettura, è importante conoscere bene la storia dell’arte, le differenti correnti artistiche e gli stili che si sono susseguiti nella storia. È necessario conosce la pittura e la scultura, il design, la modellistica e molto altro.
Terminata la lezione, viene intervistata la Prof.ssa Caterina Pinelli, docente all’Accademia di Belle Arti di Verona e anche professionista del settore, la quale ha lavorato per molti teatri del veronese e oggi guida le nuove generazioni a diventare gli scenografi del domani, nel teatro, nel cinema e anche nei parchi a tema.
Cosa ha pensato quando il suo studente le ha proposto di invitare Claudio Mazzoli e Marco Bressan?
Non mi sono stupita. È dal primo anno che insiste con i parchi divertimento e mi aspettavo, come poi mi ha confermato, che avrebbe portato perfino questa sua passione come argomento di tesi. Sono felice che abbia fatto tutto questo, gli sono molto grata per avermi coinvolto in questo progetto e per aver portato due professionisti di un settore che spesso è poco conosciuto in aula qui con noi.
So che sarà anche la relatrice di tesi di Ceol, è un argomento che un giorno le piacerebbe approfondire in ambito accademico?
Ciclicamente arrivano questi studenti che hanno interessi diversi e particolari, non sono tutti legati al cinema, alla televisione o al teatro, io però cerco sempre di supportarli in tutti i modi a me possibili. Hanno già in mente un futuro professionale e non è facile trovarlo in tutti gli studenti. Nella loro testa sanno che hanno una strada da percorrere e io li supporto. Di conseguenza sono molto aperta a nuove esperienze, mi metto in gioco.
Si potrebbe, un giorno, inserire una materia dedicata ai parchi a tema nelle Accademie di Belle Arti?
Sarebbe molto interessante poterla approfondire, ma per le strutture di oggi lo trovo difficile da organizzare. Tuttavia, non credo sia impossibile. Si potrebbero implementare corsi come questo o workshop. Qualche anno fa sono riuscita a far partire uno stage con un mio ex studente, che ha lavorato per Gardaland, ed era venuto qui in veste di docente.
L’inserimento di questo indirizzo in ambito accademico è, come ci fa notare la professoressa, un po’ complesso, ma bisogna continuare a sperare. Solo pochi anni fa era impensabile che nelle accademie ci fossero corsi di Fumetto o Video Gaming, oggi sono realtà funzionanti. Tra qualche anno potrebbe essere lo stesso per l’insegnamento della scenografia per parchi a tema. Viene chiesto il parere a Mazzoli e Bressan su queste riflessioni. Trovate necessario insegnare la materia che potremmo chiamare theme park design all’interno di un’Accademia di Belle Arti?
Mazzoli: Direi di sì, al di là dei parchi a tema, sarebbe un corso molto completo, perché unisce discipline differenti. Gli stessi concetti si possono applicare anche per negozi, ristoranti e centri commerciali. È un approccio diverso dal teatro e dal cinema. Bisogna capire il perché siano necessarie tutte queste differenti materie. Cosa vuol dire fare una scenografia per un parco a tema? Io partirei da qui a insegnare e vorrei che quello che venisse acquisito sia anche quello che viene trasmesso agli ospiti di un parco. Gli studenti devono capire le varie competenze richieste per fare questo mestiere, oltre alla scenografia c’è la pittura e la scultura. Lo studio e la formazione sono importantissimi, non basta, però, ciò che si apprende in Accademia per lavorare. Quello che viene studiato deve essere applicato sul campo, bisogna fare la “gavetta”. I ragazzi andranno guidati. Proprio per questi motivi, io e Marco vorremo fare dei corsi sulle discipline differenti legate alla progettazione nei parchi a tema.
Bressan: Con Claudio si è sempre parlato di fare insieme una specie di academy per insegnare le scenografie per i parchi a tema. È importante poter avere in Accademia degli indirizzi dedicati e specifici come, ad esempio, theme park design, con esigenze differenti dagli indirizzi di scenografia fatti per cinema e teatro. Un’Accademia con questo indirizzo, o un master, ha bisogno di professionisti che trasmettano in maniera didattica la loro esperienza. Come ha detto Claudio, è importante lo studio e la formazione sul campo. Quando avevo l’età dei ragazzi che ci hanno ascoltato oggi, andavo all’Accademia di Belle Arti di Brera e, mentre studiavo, affinavo la mia formazione alla Eagle Enterprises, l’azienda di Claudio e di suo fratello Valerio.
In che modo si potrebbero coinvolgere le nuove generazioni?
Mazzoli: Va mostrato loro che i parchi a tema non sono solo luoghi di divertimento e svago, c’è una possibilità professionale da non sottovalutare. Il problema è che oggi i parchi sono visti solo sotto questa ottica ludica e per questo ci sono sempre meno giovani che fanno questo mestiere. Bisogna iniziare a fare dei corsi e spiegare la materia.
Bressan: Bisogna creare questa figura professionale del progettista di parchi, non ci possiamo limitare al materiale che vedono online. Siti, video, blog, ben vengano, ma va creato un piano di studi fatto bene, con i professionisti del settore. Bisogna ripartire dall’origine manca la poesia e l’entusiasmo.
Concludendo, cosa pensate di questa esperienza fatta oggi?
Mazzoli: è stata un’esperienza molto bella e simpatica, ho conosciuto nuovi amici, una bravissima insegnante e una nuova generazione di scenografi, che magari non farà parchi a tema, ma farà sicuramente cose meravigliose. Siamo disposti a tornare se ci siete voi.
Bressan: io sono contento perché ci sono ragazzi che mi fanno vedere l’entusiasmo che avevo io alla loro età e, finalmente, un’Accademia dimostra interesse verso questo settore e chiama due persone a parlare di questo affascinante mestiere che è spesso sottovalutato o perfino sconosciuto.
Viene infine chiesto anche il parere anche ad alcuni studenti che hanno partecipato alla lezione della mattina. Avete mai considerato questo settore lavorativo?
MC: In realtà sì. Quest’anno ho intravisto, tra i vari tirocini proposti dall’Accademia, la possibilità di lavorare in un’azienda di questo settore.
KF: Sì, anche se personalmente non ci avevo mai pensato troppo, non è un settore che viene approfondito in Accademia.
GD: Sì, forse sottovalutato, ma sì, non ho mai pensato di poter lavorare in un settore del genere e non sapevo nemmeno effettivamente cosa facesse questa figura.
Cosa ne pensi della lezione di oggi?
MC: È stato bellissimo vedere i lavori che hanno fatto, sono fantastici. Anche solo i bozzetti sono delle opere d’arte. Inoltre, sentirli parlare della loro storia, ti dà speranza, ti fa capire che puoi riuscire in tutto se ti impegni. Sembra irraggiungibile e lontano, ma avere le persone qui, davanti a te, ti dà una spinta in più.
KM: È utile capire l’esperienza di altre persone che fanno questo lavoro. Capire che strada fare e come arrivare alla meta, è gestire il proprio futuro.
GD: Molto interessante e soddisfacente e non me l’ha aspettavo così completo questo settore, contiene tante discipline.
Una giornata molto interessante si è conclusa all’Accademia di Belle Arti di Verona. Per la prima volta due professionisti del settore vengono invitati da un istituto prestigioso come questo per raccontare la loro esperienza e portare un po’ di quella magia che li spinge ancora oggi a lavorare. Si spera, che questa sia la prima di tante altre giornate organizzate presso le Accademie di tutta Italia.
Concludendo, abbiamo scoperto quanto lo scenografo dei parchi a tema sia una figura poliedrica, un po’ come Leonardo Da Vinci o, ancora prima, Andrea Verrocchio. Due figure, quella dell’allievo e del suo mastro, estremamente abili in campi differenti. In futuro, un indirizzo di studio come questo, inserito nelle Accademie di Belle Arti, dovrebbe comprendere tante discipline come: scenografia, pittura, scultura, design e architettura, lo renderebbe un corso completo, come dice Claudio Mazzoli «la bottega del Verrocchio».