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Parksmania / Articoli tecnici / L’arte del mapping: da Gardaland a Portaventura

L’arte del mapping: da Gardaland a Portaventura

3 Giugno 2022 di Sergio Paludetti

Intervista ad Alberto Marcazzan, specializzato in scenografie digitali, mapping e computer grafica nel settore dei Parchi di Divertimento

[Leggi tutto]

«L’arte sfida la tecnologia e la tecnologia ispira l’arte» - John Lasseter

Grazie a Pietro Grandi, visual designer di professione, che ho già avuto il piacere di poter intervistare sul mio profilo Instagram e che recentemente ha pubblicato il suo ultimo libro Visivamente. Atlante delle immagini in movimento, edito da Quinto Quarto, sono riuscito ad entrare in contatto con Alberto Marcazzan, uno dei volti che ha trasformato I Corsari di Gardaland in I Corsari: La vendetta del Fantasma.

Marcazzan, classe 1966 lo si può considerare come una delle avanguardie artistiche nel campo della modellazione 3D, uno dei primi professionisti in Italia a utilizzare le tecnologie digitali per fare arte. Figlio degli anni Ottanta e di tutta quella cultura informatica nata negli anni d’oro, Marcazzan ha iniziato fin da giovanissimo i primi rapporti con la grafica informatica.

Vorrei che introducesse il suo lavoro. Di cosa si occupano lei e Image Tools oggi?

Fin da quando ero molto giovane, mi occupo di computer grafica. Iniziai a lavorare con le prime interfacce grafiche della Silicon Graphics. Per dare un’idea di tempo, io ero contemporaneo alla Pixar, l’ho vista crescere. La mia generazione, però, è ancora “analogica”, noi registravamo sui videoregistratori. Oggi i più giovani non sanno nemmeno cosa siano. Devo dire che questo passare dall’analogico al digitale mi ha aiutato molto, non ho subito, come molti, il digitale. Conoscere ciò che è stato fatto prima è fondamentale. Sapere cos’è un “passo uno”, ad esempio, e quanto tempo si impiegasse a renderizzare ogni frame.

Credo di essere stato anche uno dei pochi ad arrivare fino a oggi, forse perché ho continuato a formarmi e aggiornarmi con il cambiamento delle tecnologie. È impensabile pensare di stare fermi in questo mondo digitale. La mia specializzazione è legata alle scenografie digitali per i parchi, al mapping e alla computer grafica applicata ai multimediali, principalmente nel settore della cultura e dell’intrattenimento.

Circa vent’anni fa, ho fondato insieme ai miei collaboratori Image Tools. Eravamo davvero agli albori della grafica, praticamente non c’era internet. Un po’ dei precursori della materia. Attualmente siamo una piccola azienda e vorrei sottolineare che tutto il mio lavoro si basa anche su team con un profilo molto elevato, grande professionalità e competenza, senza i quali Image Tools non sarebbe l’azienda che è oggi.

Nello specifico, che cos’è il mapping?

Il mapping è una particolare forma di realtà aumentata che permette di sovrapporre immagini digitali a strutture architettoniche, o ad oggetti, tramite la videoproiezione. Ciò permette l’aumento della percezione sensoriale umana, giocando sull’illusione ottica, con l’aggiunta di ulteriori informazioni rispetto a quelle percepite dall’osservatore.

Haunted Mansion - "Grim Grinning Ghosts"

Negli ultimi anni, il mapping è stato molto utilizzato anche nel contesto dei beni culturali, poiché si è dimostrato un ottimo strumento di riqualifica e edutainment grazie all'uso combinato di una drammaturgia digitale. Generalmente viene ricostruita in 3D la struttura su cui si proietta e se ne cambiano colori, forme, illuminazione e ombre. In questo modo è possibile aggiungere digitalmente elementi non presenti o modificare forme e dimensioni.

Pensa che una delle prime proiezioni su un oggetto fu fatta nel 1969, a Disneyland quando aprì l’attrazione Haunted Mansion. Al suo interno, furono utilizzate proiezioni, tipo mapping, per realizzare alcuni dei fantasmi che abitavano il maniero, collocando dei proiettori da 16 mm lungo le pareti.

Quali e come sono stati i primi rapporti con i parchi a tema?

Gianfranco Bollini ai Parksmania Awards 2009

Il primo rapporto professionale che ho avuto con un parco a tema è stato con Gardaland, parliamo circa di quindici anni fa. Inizialmente il mio rapporto con il parco era legato esclusivamente agli spettacoli, quello serale nella piazza de La Valle dei Re e quello all’interno del Teatro di Gardaland. Ho sempre collaborato in quel periodo con Gianfranco Bollini direttore artistico del parco veneto di allora.

In quel periodo le tecnologie non permettevano di fare i mapping come li conosciamo oggi. Si faceva molto lavoro di retroproiezione, come sui ventagli d’acqua delle fontane del piazzale davanti a La Valle dei Re. Nel tempo si sono sviluppati altri rapporti di lavoro nel settore dei parchi. C’è stato un breve periodo a Europa Park e poi, successivamente, a Portaventura dove attualmente collaboro ancora.

Ha detto che ha lavorato per parchi come Portaventura e Gardaland, ci vuole raccontare queste esperienze?

Devo dire subito che sono fiero e lusingato di lavorare ancora, dopo molto tempo, con parchi di così grande importanza e prestigio. Durante le varie produzioni ho trovato, sia nel passato che nel presente, da parte dei parchi, una grande disponibilità e professionalità, sia dal punto di vista creativo che tecnico. Ho avuto, e ho tuttora, il privilegio di lavorare con direttori artistici di rilievo, produttori musicali, coreografi, light designer e artisti di altissimo livello.

Proiezioni su La Valle dei Re, Gardaland

Infatti, il mio collegamento diretto con il parco è rappresentato proprio dai direttori artistici, i quali scelgono loro la storia, lo stile e la sceneggiatura. Noi offriamo la nostra consulenza sulla realizzazione della scenografia virtuale e di tutto ciò che ci ruota attorno, come light e sound design. Il nostro compito non è solo quello di fare ciò che ci viene richiesto, ma offrire anche consiglio sull’effettiva realizzabilità del lavoro e del suo eventuale costo. È molto importante per me il rapporto con il cliente perché insieme troviamo la strategia giusta per portare in scena lo show. Per Gardaland ho lavorato anche su alcune delle sue attrazioni, sempre con l’intervento di proiezioni, mapping o altro come: La Foresta Incantata, I Corsari: La vendetta del Fantasma e Memorabilia.

Parliamo di quest’ultimi lavori. Partiamo da La Foresta Incantata, un’attrazione un po’ controversa, alla quale i fan non sono molto affezionati e che quest’anno ha chiuso…

Si voleva fare un progetto fiabesco nell’area del villaggio Rio Bravo. Era un progetto enorme che andava a cambiare un’attrazione storica del parco, Canyons, la quale, purtroppo, non riscuoteva più il successo di una volta ed era ormai da tempo inutilizzata. Il concept era già stato definito prima del nostro arrivo. Altra cosa che va ben specificata è che il target di riferimento di questa attrazione erano i bambini.

La Foresta Incantata, Gardaland

Noi ci siamo occupati del teatro ottico iniziale, dei due monitor all’interno, del mapping finale e dello specchio magico presente nel Gardaland Magic Hotel. I primi tempi dopo l’inaugurazione rimanevo spesso tra la folla per vedere se l’attrazione funzionasse e piacesse al pubblico e ricordo ancora i bambini che si divertivano tanto all’interno de La Foresta Incantata. I nostri effetti erano stupefacenti, nel senso che stupivano queste comitive di famiglie con questi bambini piccoli che spalancavano gli occhi quando vedevano apparire il mago.

Abbiamo avuto anche il privilegio di lavorare con una persona del calibro di Carlo Valli, che ci è sembrata la scelta più adattata per interpretare un mago. D’altro canto, dopo anni a raccontare storie dando voce a Robin Williams, non poteva essere che lui il volto e la voce di un mago che raccontasse una storia a quei bambini. Mi ha pianto il cuore sapere che La Foresta Incanta ha chiuso.

Ci può parlare del suo lavoro sull'attrazione "I Corsari: La vendetta del fantasma"?

Un’attrazione storica di Gardaland, alla quale gli appassionati erano molto legati, un lavoro delicato, ma necessario. I puristi de I Corsari si sono messi le mani tra i capelli quando hanno saputo degli interventi di aggiornamento dell’attrazione. Tuttavia, da ospite, sono convinto che dopo tanti anni c’era bisogno di aggiungere qualcosa. Abbiamo sfruttato al massimo le risorse messe a nostra disposizione. I mapping erano già stati pensati, noi dovevamo rendere pratica la cosa e valutare assieme cosa si potesse effettivamente fare.

Va detto che l’attrazione per come era stata pensata inizialmente, non era adatta ad ospitare nuove proiezioni e quindi, il nostro lavoro era quello di trovare una soluzione a questo problema, cercando di inserire i proiettori negli spazi più angusti.

A sinistra: Gianluca Ghedini, a destra: Alberto Marcazzan

Di conseguenza, “mappare” i punti dove sarebbe stato il mapping è stato complesso e delicato. Non è stato per niente facile aggiungere degli elementi in un’attrazione che non li prevedeva.

Il nostro pensiero è stato quello di aggiungere, ma non di stravolgere, perché bisognava mantenere il più possibile ciò che c’era di funzionante. Siamo riusciti a riutilizzare, ad esempio, un vecchio teatro ottico, quello che si trova nella caverna nella scena della spiaggia e uno schermo retroproiettato, quello che c’è nel balcone del villaggio dei corsari.

La storia è stata creata insieme al team di Gardaland, noi abbiamo pensato ai contenuti delle immagini e degli audio. Questa volta abbiamo chiamato Pietro Ubaldi a prestare la voce al fantasma. Tutti i fantasmi sono attori in carne ed ossa che recitano in un ambiente in green screen. Il telo verde ci ha poi permesso di aggiungere tutti gli effetti che ora si vedono. Nella scena dove il fantasma spacca la roccia, quella del mostro marino, è stato messo un green screen anteriore e posteriore all’attore, il quale ha aperto il telo frontale proprio per simulare l’apertura della roccia.

Backstage de "I Corsari: La vendetta del Fantasma"

“Mappare” tutti gli ambienti non è stato un compito facile, perché basta realizzare, anche leggermente sfalsato un modello 3D che durante la proiezione si nota subito. Anche un disallineamento dei proiettori comporterebbe un effettivo cambio del risultato finale. Nella scena iniziale, nella stazione di imbarco, lì ho dovuto ricostruire mattone per mattone il muro sopra l’ingresso e per il mapping della scena del mostro ho dovuto ricostruire a computer in 3D tutta la roccia. Purtroppo, è un’attrazione che presenta molte criticità, dovute ad un problema molto grande: l’umidità. I proiettori, per quanto performanti, necessitano di una continua manutenzione per tenerli perfettamente operativi.

Concludiamo con uno sguardo al futuro. Come crede si svilupperanno le nuove tecnologie dell'intrattenimento nel mondo dei parchi a tema?

Video LED Wall - Il favoloso emporio di Babbo Natale, Gardaland Theatre

Se penso a come sono cambiate le tecnologie da I Corsari: La vendetta del Fantasma a Memorabilia, tornerei indietro a farei sicuramente qualche modifica al lavoro che feci allora. Sono convinto che ci sarà un’esplosione nel settore dell’intrattenimento.

La tecnologia digitale la farà da padrona e, purtroppo, l’analogico pian piano verrà abbandonato. Credo che il futuro sia nella tecnica mista, ovvero mescolare la tecnologia moderna con quella analogica, come un LED wall sullo sfondo per aumentare la profondità di campo, con in scena un audio-animatronics, corredati da effetti di luce e proiezioni.

Per quanto si possa pensare diversamente, anche i bambini vogliono vedere qualcosa di reale. La tecnologia deve andare lì, virtuale con fisicità.

Un altro passo grande sarà l’interattività, il pubblico non deve subire ma partecipare.

Mapping sul plastico di Fuga da Altantide dell’installazione Memorabilia, Gardaland

Anche nelle più moderne dark ride, l’ospite è un fruitore passivo dello spettacolo, non interagisce con esse, a parte in alcuni casi come le interactive dark ride, ma non è sufficiente. Quindi ci vorrà uno sviluppo ulteriore della tecnologia tridimensionale, della realtà virtuale (ancora poco o mal utilizzata) e delle proiezioni a 360°.

© Sergio Paludetti (Instagram: @sergiopaludetti) e Amusement Project - Parksmania.it

Bibliografia: Pietro Grandi, Pixar Story: Passione per il futuro tra arte e tecnologia, Hoepli, Milano 2014

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