Ero già stata a Houston diverse volte ma se non fosse stato per Jim e Steve, non avrei mai scoperto il Brazos Park.
In uno dei caldi ed afosi pomeriggi del settembre 2001 che separavano me ed Alex (un amico svizzero che, come me, era rimasto bloccato a Houston dopo l’11 Settembre) dalla partenza per tornare a casa, i nostri due amici texani hanno deciso di farci svagare un po’ staccandoci dalla Tv che in quei giorni trasmetteva solo news da New York, portandoci in un posto da favola.
Quando Alex mi aveva annunciato che ci avrebbero portato a fare una passeggiata in bicicletta in un parco, mi immaginavo il solito giro in uno dei numerosi parchi cittadini, invece, ho scoperto più tardi, si trattava di un parco naturale con tanto di animali, osservatori e campeggio.
Steve e Jim sono passati a prenderci con il loro pick-up e, dopo aver caricato le nostre biciclette (ovviamente ci erano state prestate da altri amici) siamo partiti alla volta del parco.
Lungo la strada ci siamo fermati ad ammirare un campo di cotone, dove abbiamo trovato la proprietaria che ci ha invitato a partecipare alla raccolta del cotone la domenica successiva. A malincuore abbiamo dovuto rinunciare perché, salvo ulteriori ritardi, eravamo riusciti ad avere il volo di ritorno per il venerdì.
Nonostante questa sosta, in circa un’ora siamo arrivati al Brazos Park.
Già dall’ingresso mi sembra di essere entrata in un cartone animato di Yoghi e Bubu. Il parco è interdetto alle auto, perciò parcheggiamo il pick-up e scarichiamo le bici.
Jim e Steve ci consigliano di cospargerci si antizanzare perché… saranno le nostre nemiche per tutto il pomeriggio.
Indossiamo i caschi e partiamo, in fila indiana, sulle nostre biciclette.
Ci troviamo subito immersi completamente nella natura. Dopo aver percorso un breve tratto di strada asfaltata, Steve decide di deviare per un sentiero sterrato che, a quanto dicono i cartelli di legno che fungono da indicazioni stradali, ci porterà dagli alligatori…
Sono meravigliata dalla tranquillità del posto. Niente auto, niente urla o rumori “artificiali”; gli unici suoni che si sentono sono il cinguettio degli uccelli ed il canto delle cicale.
Passiamo tra prati, piante, sentieri, strade, stradine e… su un ponte di legno che attraversa il fiume. Si, proprio uno di quei ponti che si vedono nei film di avventura, un po’ in stile Indiana Jones.
Incontriamo anche qualche famiglia e gruppetti di amici, tutti a passeggio in bicicletta, che si fermano amichevolmente a scambiare due parole con noi.
Dopo circa mezz’ora di cammino, arriviamo in uno dei punti creati per poter praticare il bird-watching e osservare gli alligatori.
Lasciamo le bici e saliamo sulla “torretta” di legno che funge da osservatorio. La vista è stupenda. Davanti a me ho un tramonto eccezionale che purtroppo la telecamera non riesce a riprendere al meglio.
Nel fiume che passa ai nostri piedi, dopo tanta fatica riesco ad identificare i primi coccodrilli. E’ incredibile come riescano a mimetizzarsi tra la vegetazione e l’acqua.
Qualcuno dorme, qualcun altro si muove ed uno decide di farci vedere quanto riesce ad aprire la bocca!
Il sole sta tramontando. Ci rimettiamo in sella e, mentre attraversiamo un prato, vediamo qualcosa che si muove tra le piante ma non riusciamo a capire di che animali si tratti.
Ormai il sole è tramontato. Nel parco non ci sono luci artificiali e per la prima volta nella mia vita mi rendo conto di quanto sono luminose le stesse e la luna.
Ma stelle e luna non sono le nostre uniche fonti di luce. Ecco infatti che compaiono le prime lucciole…!!! Resto meravigliata da come siano luminosi degli animaletti così piccoli!
All’improvviso Jim gira la bicicletta e torna sui suoi passi… noi lo seguiamo senza capire cosa gli sia preso. Forse il buio lo ha disorientato e sta cercando di ritrovare la strada giusta per tornare al parcheggio?
In un attimo ecco svelato il mistero: Jim ha adocchiato una famiglia di cerbiatti. Per fortuna siamo vicini ad una zona dove c’è qualche lampione e decido di avvicinarmi pian piano alla famiglia di Bambi e di provare a fare qualche ripresa. Riesco ad arrivare a meno di 5 metri da loro prima che scappino.
Abbandonati i cerbiatti, arriviamo nella zona campeggio.
Il parco, infatti, ha un’area riservata al campeggio ed a noi sembra di essere in mezzo alle Giovani Marmotte! Niente camper o roulotte ma solo piccole tende illuminate da lampade e torce e gruppetti di bambini che cantano, giocano e passeggiano.
Poco distante dal campeggio troviamo l’osservatorio astronomico. Entriamo e ci troviamo davanti un grosso telescopio. Alcuni appassionati stanno osservando gli astri e la “guida” invita anche noi ad osservare il cielo. Ci spiega anche cosa stiamo vedendo, ma dato che, né io né Alex siamo appassionati di astronomia e che la spiegazione è in Americano, non riusciamo ad apprezzare ciò che stiamo osservando.
Usciti dall’osservatorio ci rimettiamo in sella per tornare al parcheggio.
Sinceramente non so come abbiamo fatto a ritrovare la strada, io ero completamente disorientata. Avevamo percorso diverse strade, sentieri e ponticelli e la mancanza di illuminazione ci impediva anche di guardare la mappa che ci avevano dato all’entrata del parco. Per fortuna Jim e Steve sono visitatori abituali del parco e sono riusciti a riportarci al punto di partenza senza problemi!
Nonostante la stanchezza fisica per la lunga pedalata (abbiamo percorso diversi chilometri in 4 o 5 ore) sono stata veramente grata a Steve e Jim per avermi regalato un pomeriggio in un posto da favola, a pieno contatto con la natura. Unico neo di questa avventura…. Le terribili zanzare affamate!!!!
Questo commento rappresenta l’opinione personale di un visitatore e non di Parksmania.it.
Ero già stata a Houston diverse volte ma se non fosse stato per Jim e Steve, non avrei mai scoperto il Brazos Park.
In uno dei caldi ed afosi pomeriggi del settembre 2001 che separavano me ed Alex (un amico svizzero che, come me, era rimasto bloccato a Houston dopo l’11 Settembre) dalla partenza per tornare a casa, i nostri due amici texani hanno deciso di farci svagare un po’ staccandoci dalla Tv che in quei giorni trasmetteva solo news da New York, portandoci in un posto da favola.
Quando Alex mi aveva annunciato che ci avrebbero portato a fare una passeggiata in bicicletta in un parco, mi immaginavo il solito giro in uno dei numerosi parchi cittadini, invece, ho scoperto più tardi, si trattava di un parco naturale con tanto di animali, osservatori e campeggio.
Steve e Jim sono passati a prenderci con il loro pick-up e, dopo aver caricato le nostre biciclette (ovviamente ci erano state prestate da altri amici) siamo partiti alla volta del parco.
Lungo la strada ci siamo fermati ad ammirare un campo di cotone, dove abbiamo trovato la proprietaria che ci ha invitato a partecipare alla raccolta del cotone la domenica successiva. A malincuore abbiamo dovuto rinunciare perché, salvo ulteriori ritardi, eravamo riusciti ad avere il volo di ritorno per il venerdì.
Nonostante questa sosta, in circa un’ora siamo arrivati al Brazos Park.
Già dall’ingresso mi sembra di essere entrata in un cartone animato di Yoghi e Bubu. Il parco è interdetto alle auto, perciò parcheggiamo il pick-up e scarichiamo le bici.
Jim e Steve ci consigliano di cospargerci si antizanzare perché… saranno le nostre nemiche per tutto il pomeriggio.
Indossiamo i caschi e partiamo, in fila indiana, sulle nostre biciclette.
Ci troviamo subito immersi completamente nella natura. Dopo aver percorso un breve tratto di strada asfaltata, Steve decide di deviare per un sentiero sterrato che, a quanto dicono i cartelli di legno che fungono da indicazioni stradali, ci porterà dagli alligatori…
Sono meravigliata dalla tranquillità del posto. Niente auto, niente urla o rumori “artificiali”; gli unici suoni che si sentono sono il cinguettio degli uccelli ed il canto delle cicale.
Passiamo tra prati, piante, sentieri, strade, stradine e… su un ponte di legno che attraversa il fiume. Si, proprio uno di quei ponti che si vedono nei film di avventura, un po’ in stile Indiana Jones.
Incontriamo anche qualche famiglia e gruppetti di amici, tutti a passeggio in bicicletta, che si fermano amichevolmente a scambiare due parole con noi.
Dopo circa mezz’ora di cammino, arriviamo in uno dei punti creati per poter praticare il bird-watching e osservare gli alligatori.
Lasciamo le bici e saliamo sulla “torretta” di legno che funge da osservatorio. La vista è stupenda. Davanti a me ho un tramonto eccezionale che purtroppo la telecamera non riesce a riprendere al meglio.
Nel fiume che passa ai nostri piedi, dopo tanta fatica riesco ad identificare i primi coccodrilli. E’ incredibile come riescano a mimetizzarsi tra la vegetazione e l’acqua.
Qualcuno dorme, qualcun altro si muove ed uno decide di farci vedere quanto riesce ad aprire la bocca!
Il sole sta tramontando. Ci rimettiamo in sella e, mentre attraversiamo un prato, vediamo qualcosa che si muove tra le piante ma non riusciamo a capire di che animali si tratti.
Ormai il sole è tramontato. Nel parco non ci sono luci artificiali e per la prima volta nella mia vita mi rendo conto di quanto sono luminose le stesse e la luna.
Ma stelle e luna non sono le nostre uniche fonti di luce. Ecco infatti che compaiono le prime lucciole…!!! Resto meravigliata da come siano luminosi degli animaletti così piccoli!
All’improvviso Jim gira la bicicletta e torna sui suoi passi… noi lo seguiamo senza capire cosa gli sia preso. Forse il buio lo ha disorientato e sta cercando di ritrovare la strada giusta per tornare al parcheggio?
In un attimo ecco svelato il mistero: Jim ha adocchiato una famiglia di cerbiatti. Per fortuna siamo vicini ad una zona dove c’è qualche lampione e decido di avvicinarmi pian piano alla famiglia di Bambi e di provare a fare qualche ripresa. Riesco ad arrivare a meno di 5 metri da loro prima che scappino.
Abbandonati i cerbiatti, arriviamo nella zona campeggio.
Il parco, infatti, ha un’area riservata al campeggio ed a noi sembra di essere in mezzo alle Giovani Marmotte! Niente camper o roulotte ma solo piccole tende illuminate da lampade e torce e gruppetti di bambini che cantano, giocano e passeggiano.
Poco distante dal campeggio troviamo l’osservatorio astronomico. Entriamo e ci troviamo davanti un grosso telescopio. Alcuni appassionati stanno osservando gli astri e la “guida” invita anche noi ad osservare il cielo. Ci spiega anche cosa stiamo vedendo, ma dato che, né io né Alex siamo appassionati di astronomia e che la spiegazione è in Americano, non riusciamo ad apprezzare ciò che stiamo osservando.
Usciti dall’osservatorio ci rimettiamo in sella per tornare al parcheggio.
Sinceramente non so come abbiamo fatto a ritrovare la strada, io ero completamente disorientata. Avevamo percorso diverse strade, sentieri e ponticelli e la mancanza di illuminazione ci impediva anche di guardare la mappa che ci avevano dato all’entrata del parco. Per fortuna Jim e Steve sono visitatori abituali del parco e sono riusciti a riportarci al punto di partenza senza problemi!
Nonostante la stanchezza fisica per la lunga pedalata (abbiamo percorso diversi chilometri in 4 o 5 ore) sono stata veramente grata a Steve e Jim per avermi regalato un pomeriggio in un posto da favola, a pieno contatto con la natura. Unico neo di questa avventura…. Le terribili zanzare affamate!!!!
Questo commento rappresenta l’opinione personale di un visitatore e non di Parksmania.it.