Peer mero errore ho espresso il mio giudizio con una sola stella, ma è ovvio che intendevo 5!!
Questo commento rappresenta l’opinione personale di un visitatore e non di Parksmania.it.
Mario Ginannidice
Un salto a DCA
Di passaggio a Los Angeles, non mi sono fatto sfuggire l’occasione di una visita a California Adventure, anche se veramente con le ore contate. L’obiettivo era quello di toccare con mano i cambiamenti e le innovazioni che hanno caratterizzato questo parco dalla data della mia ultima visita, nel 2008. Il giorno era il 30 di agosto, giorno di piena affluenza estiva in entrambi i parchi e in particolare a DCA per le grandi novità inaugurate quest’anno. Per un commento al parco in generale, posso rifarmi in linea di massima al commento del 2008 e considerare solo ciò che c’è di nuovo. Già arrivando, il parco è irriconoscibile: i cancelli di entrata sono completamente diversi e appena varcati i tornelli ci si trova in una piazza veramente bella e curata, con il Red Car Trolley che sferraglia su è giù per la Main Street, i negozi e i ristoranti in stile vecchia Hollywood e la successiva piazza con la riproduzione del Carthay Circle……è tutto così perfetto e soprattutto accogliente, lontano anni luce dagli spazi aperti e privi di tematizzazione del passato. Nel nostro breve tour de force, abbiamo deciso di focalizzarci su poche attrazioni ma buone…ottime direi (Tower of Terror, Grizzly River Run, Soarin’ over California e California Screamin’) e, per iniziare, di puntare dritti verso Cars Land. Che dire….le parole, per quanto precise ed enfatiche possano essere, non possono descrivere quello che ci si trova davanti quando si accede all’entrata della nuova land. Disney è una garanzia in questo senso, ma questa è stata per me la prima volta in cui ho avuto la “vera” sensazione di essere “dentro” al film!! La riproduzione di Radiator Springs, dai più piccoli particolari delle strutture ricreate lungo la strada centrale fino alla veduta di insieme, che si chiude prospetticamente nella catena di montagne rosse stile Utah, è flashante!! Non siamo saliti sulle attrazioni minori della land, sempre per questioni di tempo e anche perchè erano assaltate da famiglie con bambini, ma, dirigendoci verso Radiator Spring Racers, ci siamo scontrati subito con la notizia di una distribuzione fastpass per già esaurita alle 10 del mattino! E un tempo di attesa di 120 minuti!! Non ci siamo persi d’animo e ci siamo infilati nella fila dei single riders…..ce la siamo cavata con mezz’ora e alla fine (ma è stata solo fortuna!) ci siamo ritrovati tutti nella stessa auto! Questo ci ha spinto a ripetere l’esperienza a fine giornata…….sempre circa mezz’ora di attesa, ma stavolta da veramente single rider. Devo dire che per un’attrazione del genere valeva la pena di fare anche una fila di 120 minuti. E’ bella, divertente, lunga, varia, con il giusto mix di intrattenimento e di brivido e soprattutto perfetta……direi quasi impossibile!! In quella mezz’ora di attesa si notano dei particolari che sono a dir poco maniacali: es., nella stazione di imbarco, che è una grande grotta “scavata” nella roccia rossa più reale di quella vera, in corrispondenza delle luci al soffitto, già opportunamente arrigginite, ci sono i segni di infiltrazioni di accqua e macchie dovute all’umidità…..e come potevano non esserci! Ma questo è solo un piccolo esempio. Le auto sono comodissime, con un bell’impianto audio e la regolazione del “traffico” in arrivo alla stazione è gestito alla perfezione. Gli ambienti che si attraversano durante il viaggio sono estremamente realistici e gli animatronics si muovono in modo molto fluido, compresa la bocca che, anche se non si vede, penso sia proiettata sull’animatronic e quindi molto “vera”. La corsa finale è veloce e divertente. Che dire…..secondo me al momento è l’eccellenza! Per il resto del parco, rispetto al 2008 ho trovato una maggiore cura, maggiore tematizzazione, specie nell’area Paradise Pier dopo l’introduzione di Toy Story Mania e The Little Mermaid (peccato non aver avuto il tempo per Word of Color). L’area che rimane ancora suscettibile di miglioramento rimane Pacific Wharf, anche se un bel gelato da Ghirardelli, da poco introdotto, è stato gradito. Insomma, era un bel parco nel 2008….oggi è un “signor” parco, degno rivale del suo illustre fratello che, – notizia di questi giorni – durante questa estate 2012 ha fatto fatica a tenere testa a DCA in quanto a numero di ospiti. Sempre grande Disney!
Questo commento rappresenta l’opinione personale di un visitatore e non di Parksmania.it.
Mario Ginannidice
Data della visita: ultima settimana di febbraio 2008
Dopo una intensa giornata trascorsa al parco Disneyland, ci siamo lanciati alla scoperta di questa novità, nel senso che in occasione della mia precedente visita a Los Angeles, nel 1996, non esisteva. Nel corso degli anni ho seguito le traversie di questo parco, che ha creato molti problemi e suscitato molte critiche e che sembra che nei prossimi andrà soggetto ad un profondo rinnovamento. Anche per questo motivo sono contento di averlo potuto visitare. E’ indubbiamente più piccolo e meno magico del suo illustre vicino, ma anche se sicuramente suscettibile di miglioramenti e ampliamenti, per il mio modesto parere è a dir poco stupendo! Forse dipende dal fatto che anche se le attrazioni sono poche numericamente, quelle che ci sono……..ragazzi, che attrazioni!!!
Partendo dalle ambientazioni e tematizzazioni, diciamo che, dopo essere usciti da Disneyland si vede la differenza, un po’ come succede a Parigi, entrando a Walt Disney Studios. Le land di questo parco sono 4: Golden State, A bug’s land, Paradise Pier e Hollywood Pictures Backlot.
Golden State: è ben tematizzato, soprattutto nella parte dove viene ricreato l’ambiente montano della California, mentre è un po’ più spoglia, anche se forse è il tema che lo richiede, l’area dedicata all’aviazione. Tutta la parte relativa alle attività vinicole, alla produzione di vari prodotti alimentari, che comprendono anche il tour oltre che la possibilità di degustare, l’abbiamo solo attraversata, senza soffermarsi: è molto carina come ambientazione e può essere una buona occasione per fermarsi a mangiare, ma non può essere considerata un’attrazione. Qui sarebbe necessario un po’ di impegno da parte della Disney per integrare l’area con un’altra bella attrazione.
Grizzly River Run: attrazione divertentissima, bagnatissima e impressionante in termini di tematizzazione! Un bellissimo rafting su gommoni che si snoda attorno al Grizzly Peak, la vetta di una montagna che ricorda un orso e che ormai è un simbolo dello skyline del parco. La sensazione di essere in una foresta californiana, con alti alberi e acque trasparenti (giuro!!) è perfetta; il tutto è completato dal tema della miniera abbandonata e dai resti di precedenti spedizioni di rafters. L’acqua è veramente impetuosa, anche perché il dislivello è notevole: un lungo lift porta alla cima e poi si viene giù liberamente, tranne che prima di affrontare l’ultimo ripido drop, dove delle chiuse tengono fermo il gommone per poi lasciarlo andare improvvisamente! Stupendo!
Soarin’ over California: attrazione da oscar (vista la vicinanza!). Non è certo un attrazione mozzafiato, ma è così piacevole e la sensazione di volare così reale da avere la necessità di scansare gli ostacoli che ti vengono incontro nel filmato anche alla terza volta che lo fai (ebbene si, 3 volte!). Un complesso di sedili, organizzati in 3 gruppi affiancati di 3 file ciascuno, viene sollevato davanti ad uno schermo gigante, in modo tale che, una volta in posizione, le 3 file di ogni gruppo sono sospese una sopra l’altra. Inizia il filmato e i sedili si muovono dando l’idea dell’accelerazione, del basso e dell’alto e il guest, proiettato nel film sente il vento caldo, il freddo delle montagne innevate, l’odore delle arance e quello dei pini!! E’ da brivido, credete! Un consiglio: chiedete al castmember che volete andare nella prima fila del gruppo centrale, così sarete più in alto, non vedrete i confini laterali dello schermo e le scarpe di quelli di sopra!
A bug’s land: un’area dedicata decisamente ai più piccoli, veramente deliziosa, dove il tema del film è ricostruito con disneyana meticolosità; camminando sotto giganteschi quadrifogli e con i lampioni fatti a lucciola, ti senti piccolo! Delle attrazioni presenti, abbiamo fatto solo Tuck and Roll’s Drive’em Buggies, un giro sulle macchinine a scontro. Abbiamo perso il 3D It’s tough to be a bug (così come Muppet Vision 3D) perché quando ci siamo capitati erano momentaneamente chiusi per problemi tecnici.
Paradise Pier: una land ispirata ad un classico luna park americano in riva al lago (boardwalk, come dicono loro), che ha un impatto visivo molto bello, con la grande ruota panoramica e il profilo di California Screamin’. Questa area è stata un po’ criticata in quanto, appunto, troppo luna park e poco theme park. Devo dire che, come dicevo, la vista d’insieme è affascinante; scendendo nello specifico le attrazioni sono piazzate lì, nude e crude, senza un’ambientazione e circondate solo da stand tipici di un luna park (Games of the Boardwalk), cosa a cui Disney non ci ha proprio abituato. Le attrazioni minori, come Sunwheel (ruota panoramica con navicelle basculanti), Orange Stinger (calcinculo dentro un’arancia), Golden Zephyr (una specie di dirigibile che ruota attorno a una torre e Jumpin Jellyfish (meduse appese a una torre che saltano su e giù) non sono niente di che. Mi sono perso Toy Story Mania, i cui lavori, per quel che ho visto, sono molto avanzati.
California Screamin’: attrazione che salva da sola tutta la land. E’ bellissimo, lunghissimo, con un percorso molto vario e tre bei drop mozzafiato. Ha un solo loop, nella testa di Mickey. Il tutto è condito con una stupenda partenza sull’acqua, un’accelerazione schiacciante e una musica ad alto volume che sottolinea perfettamente i vari punti del percorso. Eccellente.
Mulholland Madness: un crazy mouse divertente, un po’ più hard di Pakal a Mirabilandia e un po’ più tematizzata, anche se ci sono praticamente solo cartelli stradali.
Maliboomer: viene spontaneo anche qui il richiamo alle torri di Mirabilandia, anche perché il principio è lo stesso. Non saprei dire se sono più o meno alte, in ogni caso sono molto divertenti e assolutamente non thrill.
Hollywood Pictures Backlot: bellissima l’ambientazione che è stata ricreata, con un lungo viale fiancheggiato da palme, chiuso in fondo da un orizzonte finto (o vero?) e la riproduzione dei principali teatri degli anni d’oro del cinema. In questo viale molti sono i personaggi che i guest possono vedere e fotografare. Qui è da segnalare Disney Animation, lo spettacolo sui segreti dell’animazione Disney, molto simile a quello parigino.
Aladdin Show: affrontato con lo spirito "dai andiamo, così almeno stiamo un po’ a sedere", è stato una rivelazione. Un vero musical, di alto livello, della durata di 45 min. circa, con attori bravissimi, scenografie imponenti e tappeti con sopra i protagonisti che volano sulla testa del pubblico. Ottimo.
Monsters Inc. Mike&Sully to the rescue!: divertentissimo viaggio all’interno della Monsters Inc.. L’ambiente del cartoon è ricreato alla perfezione (un po’ come in Toon Town) e la sala delle porte, sicuramente tramite un gioco di specchi e luci, sembra veramente enorme.
The Twilight Zone Tower of Terror: che dire? Meno male che è arrivata anche da questa parte dell’Atlantico, perchè penso che sia una delle attrazioni più entusiasmanti che esistano! Bisogna dare un 10 e lode a tutto: alla tematizzazione dell’hotel abbandonato improvvisamente una notte del 1939, al percorso da fare in coda, al preshow, ai castmember così da "confini della realtà" tanto sono straniati, al mitico ascensore di servizio che va in tutti i sensi fino a che il guest perde quello dell’orientamento! E non puoi essere preparato: l’abbiamo fatta 4 volte e per 4 volte abbiamo beccato una sequenza diversa o almeno così ci è sembrato! Attrazione al top.
In conclusione un parco che non assorbe un’intera giornata, come Disneyland, ma dotato di alcuni notevoli assi nella manica. Sono contento di averlo potuto visitare adesso, prima che inizi il cambiamento previsto, cosa che peraltro non gli farà certo male. Per chi avesse l’occasione di visitarlo ora, non vi fate ingannare da polemiche passate e cattivi giudizi: è un parco Disney a tutti gli effetti!
Questo commento rappresenta l’opinione personale di un visitatore e non di Parksmania.it.
Andrea Civitaresedice
Sicuramente l’ascensore più emozionante del mondo si trova qua. In mezzo a molto cemento e poca magia, spuntano quattro o cinque attrazioni degne da Oscar delle attrazioni (o da Parksmania Awards…!). Gli americani, si sa, sono fin troppo patriottici. I Dik Dik cantavano "California Dreamin": perchè allora non dedicare un intero parco a questo stato? All’ingresso si può sentire fino alla nausea questa canzone, ma gli americani sono contenti. Sono contenti di raccontarti la storia della loro nazione attraverso attrazioni che in realtà non c’entrano nulla (al contrario di Knott’s Berry Farm che presenta un treno western originale) ma che hanno semplicemente il nome che ricorda qualcosa di californiano. Tra queste, appunto, la Tower of Terror. E se le divise dei dipendenti di questa attrazione costano circa 1000 dollari l’una, questo è l’unico richiamo alla maniacale cura dei dettagli tipicamente Disneyana. I sotterranei dell’albergo abbandonato rientrano nella mia personale top three delle migliori tematizzazioni. E che dire, poi, dell’ultratematizzato (quanto affollato) raft ride, che gira intorno ad una montagna a forma di lupo? Una nota di merito va al patriottico Soarin Over California: un cinema a cupola con effetti davvero speciali, tra cui gli odori che rendono la scena davvero realistica. Peccato per gli spazi tra un’attrazione a l’altra, molto spesso orribili rispetto agli standard Disney, anche se mai squallidi. Un prezzo 10 dollari più basso sarebbe stato l’ideale.
Questo commento rappresenta l’opinione personale di un visitatore e non di Parksmania.it.
un salto a DCA – rettifica
Peer mero errore ho espresso il mio giudizio con una sola stella, ma è ovvio che intendevo 5!!
Questo commento rappresenta l’opinione personale di un visitatore e non di Parksmania.it.
Un salto a DCA
Di passaggio a Los Angeles, non mi sono fatto sfuggire l’occasione di una visita a California Adventure, anche se veramente con le ore contate. L’obiettivo era quello di toccare con mano i cambiamenti e le innovazioni che hanno caratterizzato questo parco dalla data della mia ultima visita, nel 2008. Il giorno era il 30 di agosto, giorno di piena affluenza estiva in entrambi i parchi e in particolare a DCA per le grandi novità inaugurate quest’anno. Per un commento al parco in generale, posso rifarmi in linea di massima al commento del 2008 e considerare solo ciò che c’è di nuovo. Già arrivando, il parco è irriconoscibile: i cancelli di entrata sono completamente diversi e appena varcati i tornelli ci si trova in una piazza veramente bella e curata, con il Red Car Trolley che sferraglia su è giù per la Main Street, i negozi e i ristoranti in stile vecchia Hollywood e la successiva piazza con la riproduzione del Carthay Circle……è tutto così perfetto e soprattutto accogliente, lontano anni luce dagli spazi aperti e privi di tematizzazione del passato. Nel nostro breve tour de force, abbiamo deciso di focalizzarci su poche attrazioni ma buone…ottime direi (Tower of Terror, Grizzly River Run, Soarin’ over California e California Screamin’) e, per iniziare, di puntare dritti verso Cars Land. Che dire….le parole, per quanto precise ed enfatiche possano essere, non possono descrivere quello che ci si trova davanti quando si accede all’entrata della nuova land. Disney è una garanzia in questo senso, ma questa è stata per me la prima volta in cui ho avuto la “vera” sensazione di essere “dentro” al film!! La riproduzione di Radiator Springs, dai più piccoli particolari delle strutture ricreate lungo la strada centrale fino alla veduta di insieme, che si chiude prospetticamente nella catena di montagne rosse stile Utah, è flashante!! Non siamo saliti sulle attrazioni minori della land, sempre per questioni di tempo e anche perchè erano assaltate da famiglie con bambini, ma, dirigendoci verso Radiator Spring Racers, ci siamo scontrati subito con la notizia di una distribuzione fastpass per già esaurita alle 10 del mattino! E un tempo di attesa di 120 minuti!! Non ci siamo persi d’animo e ci siamo infilati nella fila dei single riders…..ce la siamo cavata con mezz’ora e alla fine (ma è stata solo fortuna!) ci siamo ritrovati tutti nella stessa auto! Questo ci ha spinto a ripetere l’esperienza a fine giornata…….sempre circa mezz’ora di attesa, ma stavolta da veramente single rider. Devo dire che per un’attrazione del genere valeva la pena di fare anche una fila di 120 minuti. E’ bella, divertente, lunga, varia, con il giusto mix di intrattenimento e di brivido e soprattutto perfetta……direi quasi impossibile!! In quella mezz’ora di attesa si notano dei particolari che sono a dir poco maniacali: es., nella stazione di imbarco, che è una grande grotta “scavata” nella roccia rossa più reale di quella vera, in corrispondenza delle luci al soffitto, già opportunamente arrigginite, ci sono i segni di infiltrazioni di accqua e macchie dovute all’umidità…..e come potevano non esserci! Ma questo è solo un piccolo esempio. Le auto sono comodissime, con un bell’impianto audio e la regolazione del “traffico” in arrivo alla stazione è gestito alla perfezione. Gli ambienti che si attraversano durante il viaggio sono estremamente realistici e gli animatronics si muovono in modo molto fluido, compresa la bocca che, anche se non si vede, penso sia proiettata sull’animatronic e quindi molto “vera”. La corsa finale è veloce e divertente. Che dire…..secondo me al momento è l’eccellenza! Per il resto del parco, rispetto al 2008 ho trovato una maggiore cura, maggiore tematizzazione, specie nell’area Paradise Pier dopo l’introduzione di Toy Story Mania e The Little Mermaid (peccato non aver avuto il tempo per Word of Color). L’area che rimane ancora suscettibile di miglioramento rimane Pacific Wharf, anche se un bel gelato da Ghirardelli, da poco introdotto, è stato gradito. Insomma, era un bel parco nel 2008….oggi è un “signor” parco, degno rivale del suo illustre fratello che, – notizia di questi giorni – durante questa estate 2012 ha fatto fatica a tenere testa a DCA in quanto a numero di ospiti. Sempre grande Disney!
Questo commento rappresenta l’opinione personale di un visitatore e non di Parksmania.it.
Data della visita: ultima settimana di febbraio 2008
Dopo una intensa giornata trascorsa al parco Disneyland, ci siamo lanciati alla scoperta di questa novità, nel senso che in occasione della mia precedente visita a Los Angeles, nel 1996, non esisteva. Nel corso degli anni ho seguito le traversie di questo parco, che ha creato molti problemi e suscitato molte critiche e che sembra che nei prossimi andrà soggetto ad un profondo rinnovamento. Anche per questo motivo sono contento di averlo potuto visitare. E’ indubbiamente più piccolo e meno magico del suo illustre vicino, ma anche se sicuramente suscettibile di miglioramenti e ampliamenti, per il mio modesto parere è a dir poco stupendo! Forse dipende dal fatto che anche se le attrazioni sono poche numericamente, quelle che ci sono……..ragazzi, che attrazioni!!!
Partendo dalle ambientazioni e tematizzazioni, diciamo che, dopo essere usciti da Disneyland si vede la differenza, un po’ come succede a Parigi, entrando a Walt Disney Studios. Le land di questo parco sono 4: Golden State, A bug’s land, Paradise Pier e Hollywood Pictures Backlot.
Golden State: è ben tematizzato, soprattutto nella parte dove viene ricreato l’ambiente montano della California, mentre è un po’ più spoglia, anche se forse è il tema che lo richiede, l’area dedicata all’aviazione. Tutta la parte relativa alle attività vinicole, alla produzione di vari prodotti alimentari, che comprendono anche il tour oltre che la possibilità di degustare, l’abbiamo solo attraversata, senza soffermarsi: è molto carina come ambientazione e può essere una buona occasione per fermarsi a mangiare, ma non può essere considerata un’attrazione. Qui sarebbe necessario un po’ di impegno da parte della Disney per integrare l’area con un’altra bella attrazione.
Grizzly River Run: attrazione divertentissima, bagnatissima e impressionante in termini di tematizzazione! Un bellissimo rafting su gommoni che si snoda attorno al Grizzly Peak, la vetta di una montagna che ricorda un orso e che ormai è un simbolo dello skyline del parco. La sensazione di essere in una foresta californiana, con alti alberi e acque trasparenti (giuro!!) è perfetta; il tutto è completato dal tema della miniera abbandonata e dai resti di precedenti spedizioni di rafters. L’acqua è veramente impetuosa, anche perché il dislivello è notevole: un lungo lift porta alla cima e poi si viene giù liberamente, tranne che prima di affrontare l’ultimo ripido drop, dove delle chiuse tengono fermo il gommone per poi lasciarlo andare improvvisamente! Stupendo!
Soarin’ over California: attrazione da oscar (vista la vicinanza!). Non è certo un attrazione mozzafiato, ma è così piacevole e la sensazione di volare così reale da avere la necessità di scansare gli ostacoli che ti vengono incontro nel filmato anche alla terza volta che lo fai (ebbene si, 3 volte!). Un complesso di sedili, organizzati in 3 gruppi affiancati di 3 file ciascuno, viene sollevato davanti ad uno schermo gigante, in modo tale che, una volta in posizione, le 3 file di ogni gruppo sono sospese una sopra l’altra. Inizia il filmato e i sedili si muovono dando l’idea dell’accelerazione, del basso e dell’alto e il guest, proiettato nel film sente il vento caldo, il freddo delle montagne innevate, l’odore delle arance e quello dei pini!! E’ da brivido, credete! Un consiglio: chiedete al castmember che volete andare nella prima fila del gruppo centrale, così sarete più in alto, non vedrete i confini laterali dello schermo e le scarpe di quelli di sopra!
A bug’s land: un’area dedicata decisamente ai più piccoli, veramente deliziosa, dove il tema del film è ricostruito con disneyana meticolosità; camminando sotto giganteschi quadrifogli e con i lampioni fatti a lucciola, ti senti piccolo! Delle attrazioni presenti, abbiamo fatto solo Tuck and Roll’s Drive’em Buggies, un giro sulle macchinine a scontro. Abbiamo perso il 3D It’s tough to be a bug (così come Muppet Vision 3D) perché quando ci siamo capitati erano momentaneamente chiusi per problemi tecnici.
Paradise Pier: una land ispirata ad un classico luna park americano in riva al lago (boardwalk, come dicono loro), che ha un impatto visivo molto bello, con la grande ruota panoramica e il profilo di California Screamin’. Questa area è stata un po’ criticata in quanto, appunto, troppo luna park e poco theme park. Devo dire che, come dicevo, la vista d’insieme è affascinante; scendendo nello specifico le attrazioni sono piazzate lì, nude e crude, senza un’ambientazione e circondate solo da stand tipici di un luna park (Games of the Boardwalk), cosa a cui Disney non ci ha proprio abituato. Le attrazioni minori, come Sunwheel (ruota panoramica con navicelle basculanti), Orange Stinger (calcinculo dentro un’arancia), Golden Zephyr (una specie di dirigibile che ruota attorno a una torre e Jumpin Jellyfish (meduse appese a una torre che saltano su e giù) non sono niente di che. Mi sono perso Toy Story Mania, i cui lavori, per quel che ho visto, sono molto avanzati.
California Screamin’: attrazione che salva da sola tutta la land. E’ bellissimo, lunghissimo, con un percorso molto vario e tre bei drop mozzafiato. Ha un solo loop, nella testa di Mickey. Il tutto è condito con una stupenda partenza sull’acqua, un’accelerazione schiacciante e una musica ad alto volume che sottolinea perfettamente i vari punti del percorso. Eccellente.
Mulholland Madness: un crazy mouse divertente, un po’ più hard di Pakal a Mirabilandia e un po’ più tematizzata, anche se ci sono praticamente solo cartelli stradali.
Maliboomer: viene spontaneo anche qui il richiamo alle torri di Mirabilandia, anche perché il principio è lo stesso. Non saprei dire se sono più o meno alte, in ogni caso sono molto divertenti e assolutamente non thrill.
Hollywood Pictures Backlot: bellissima l’ambientazione che è stata ricreata, con un lungo viale fiancheggiato da palme, chiuso in fondo da un orizzonte finto (o vero?) e la riproduzione dei principali teatri degli anni d’oro del cinema. In questo viale molti sono i personaggi che i guest possono vedere e fotografare. Qui è da segnalare Disney Animation, lo spettacolo sui segreti dell’animazione Disney, molto simile a quello parigino.
Aladdin Show: affrontato con lo spirito "dai andiamo, così almeno stiamo un po’ a sedere", è stato una rivelazione. Un vero musical, di alto livello, della durata di 45 min. circa, con attori bravissimi, scenografie imponenti e tappeti con sopra i protagonisti che volano sulla testa del pubblico. Ottimo.
Monsters Inc. Mike&Sully to the rescue!: divertentissimo viaggio all’interno della Monsters Inc.. L’ambiente del cartoon è ricreato alla perfezione (un po’ come in Toon Town) e la sala delle porte, sicuramente tramite un gioco di specchi e luci, sembra veramente enorme.
The Twilight Zone Tower of Terror: che dire? Meno male che è arrivata anche da questa parte dell’Atlantico, perchè penso che sia una delle attrazioni più entusiasmanti che esistano! Bisogna dare un 10 e lode a tutto: alla tematizzazione dell’hotel abbandonato improvvisamente una notte del 1939, al percorso da fare in coda, al preshow, ai castmember così da "confini della realtà" tanto sono straniati, al mitico ascensore di servizio che va in tutti i sensi fino a che il guest perde quello dell’orientamento! E non puoi essere preparato: l’abbiamo fatta 4 volte e per 4 volte abbiamo beccato una sequenza diversa o almeno così ci è sembrato! Attrazione al top.
In conclusione un parco che non assorbe un’intera giornata, come Disneyland, ma dotato di alcuni notevoli assi nella manica. Sono contento di averlo potuto visitare adesso, prima che inizi il cambiamento previsto, cosa che peraltro non gli farà certo male. Per chi avesse l’occasione di visitarlo ora, non vi fate ingannare da polemiche passate e cattivi giudizi: è un parco Disney a tutti gli effetti!
Questo commento rappresenta l’opinione personale di un visitatore e non di Parksmania.it.
Sicuramente l’ascensore più emozionante del mondo si trova qua. In mezzo a molto cemento e poca magia, spuntano quattro o cinque attrazioni degne da Oscar delle attrazioni (o da Parksmania Awards…!). Gli americani, si sa, sono fin troppo patriottici. I Dik Dik cantavano "California Dreamin": perchè allora non dedicare un intero parco a questo stato? All’ingresso si può sentire fino alla nausea questa canzone, ma gli americani sono contenti. Sono contenti di raccontarti la storia della loro nazione attraverso attrazioni che in realtà non c’entrano nulla (al contrario di Knott’s Berry Farm che presenta un treno western originale) ma che hanno semplicemente il nome che ricorda qualcosa di californiano. Tra queste, appunto, la Tower of Terror. E se le divise dei dipendenti di questa attrazione costano circa 1000 dollari l’una, questo è l’unico richiamo alla maniacale cura dei dettagli tipicamente Disneyana. I sotterranei dell’albergo abbandonato rientrano nella mia personale top three delle migliori tematizzazioni. E che dire, poi, dell’ultratematizzato (quanto affollato) raft ride, che gira intorno ad una montagna a forma di lupo? Una nota di merito va al patriottico Soarin Over California: un cinema a cupola con effetti davvero speciali, tra cui gli odori che rendono la scena davvero realistica. Peccato per gli spazi tra un’attrazione a l’altra, molto spesso orribili rispetto agli standard Disney, anche se mai squallidi. Un prezzo 10 dollari più basso sarebbe stato l’ideale.
Questo commento rappresenta l’opinione personale di un visitatore e non di Parksmania.it.