Ho visitato alla fine di febbraio scorso questo parco eccezionale, per la seconda volta (la prima nel 1996). Come lo avete definito nella descrizione è sicuramente il papà di tutti i parchi e, non so se è solo suggestione, ma questo senso di essere alle "origini" si sente davvero, come se ci fosse Walt all’entrata a riceverti per dirti di abbandonare ogni preoccupazione e lasciarti andare alla fantasia.
Ho visitato diverse volte Disneyland Paris e due volte il Magic Kingdom di Orlando: la magia Disney ci abitua ad un ambiente a dir poco impeccabile; a Disneyland è di più, è perfetto! Le ambientazioni, fin dall’entrata e poi nella Main street, sono entusiasmanti e colpiscono soprattutto quelle delle land che non esistono negli altri parchi: New Orleans Square, Critter Country e Toon Town. La zona attorno al lago centrale, forse per la complicità del sole e del cielo azzurro della California, mi è apparsa semplicemente deliziosa, con i bar e i ristoranti all’aperto, l’isola di Davy Crockett rinnovata e quella bellissima entrata di Pirates of the Caribbean, quasi mimetizzata sotto un ponte stile america del profondo sud. Ho visitato Disneyland in un periodo di bassa affluenza (febbraio) e vi assicuro che è stato uno spasso: in un giorno tutte le attrazioni più volte e niente code, un sogno più di quello che non era già! Sfortunatamente c’erano alcuni rehab,ovvero It’s a small world, Matterhorn e Jungle cruise. Mentre per il primo (chiuso fino a novembre 2008) mi è dispiaciuto il giusto, perché fatto e rifatto a Parigi e a Orlando, per gli altri due è stata una vera fregatura! In particolare per il Matterhorn, perché esiste solo lì e perché è una delle attrazioni originali di Disneyland, voluta da Walt: mi sono soffermato a pensare l’effetto che una attrazione del genere (come anche Pirates), molto apprezzate ancora dopo 30 anni, debba aver avuto sul pubblico di fine anni 50, semplicemente sconvolgente!
Facendo un riassunto delle attrazioni posso dire:
Pirates of the Caribbean: sempre stupendo, forse un po’ più curato rispetto a quello di Parigi (ma mi sembra che anche quest’ultimo abbia avuto un rehab e io non l’ho ancora rivisto) e con la presenza di Jack Sparrow, un nuovo animatronic semplicemente impressionante, sembra vero!
Indiana Jones: nonostante che non mi abbia sconvolto come la prima volta, rimane sempre unico e divertentissimo; un’attrazione maestosa nella sua ambientazione che ha sicuramente la capacità di resistere ancora nel tempo all’assalto di nuove idee e tecnologie.
Splash Mountain: altra attrazione unica, non tanto nel genere, che è un flume ride (si dice così?) con caduta vertiginosa alla fine, ma per la tematizzazione eccezionale che ti porta nel mondo allegro e colorato di Brer Rabbit; secondo me a Parigi se ne sente molto la mancanza.
Big Thunder Mountain Railroad: è secondo me una delle attrazioni più divertenti mai realizzate da Disney, anche se qui forse comincia un po’ a risentire dell’età, non tanto per la tipologia di attrazione nè tantomeno per la tematizzazione che è sempre al massimo, ma forse per il percorso; in questo caso la versione parigina vince, per il tracciato più lungo e più veloce.
Haunted Mansion: un’attrazione che io amo particolarmente e che in questo caso parte da una villa abbandonata suppongo in Louisiana o giù di lì; il tracciato interno è uguale al Phantom Manor parigino, per la prima parte, ma cambia un po’ nella seconda parte, quella del cimitero, dove forse si vedono meno soggetti in movimento, ma l’atmosfera e la profondità della notte nebbiosa e illuminata dalla luna è più reale.
Toon Town: è praticamente un’attrazione di per se stessa, costruita in modo eccezionale tanto da avere la sensazione di essere dentro ad un fumetto, con la possibilità di visitare le abitazioni dei personaggi amati da tutti (le case di Minnie e Topolino con gli elettrodomestici funzionanti sono il massimo) e di fare due ride divertenti: Gadget Go Coaster (piccolo family coaster) e Roger Rabbit Car Toon Spin (divertente viaggio sul taxi pazzo del film, che ruota come si vuole).
Fantasyland: tutte le attrazioni sono le stesse degli altri parchi, basate sulle fiabe più famose e sempre piene di magia (crescerò mai??); devo dire che il castello all’entrata, che, se non sbaglio, a Disneyland è quello di Cenerentola, mi sembra un po’ più piccolino rispetto a quello di Parigi o forse questa impressione dipende dal fatto che a Parigi è costruito in cima ad una piccola collinetta.
Tomorrowland: è forse la parte più "stanca" di tutto il parco e che avrebbe bisogno di una rinfrescata; attrazioni come Star Tours o Honey, I shrunk the audience hanno proprio bisogno di una profonda rivisitazione, qui come altrove. Anche se datata come attrazione, Space Mountain è sempre divertente, anche se perde alla grande con la versione europea. Buzz Lightyear Astro Blaster, con sue pistole laser, è sempre spassoso, anche se non riesco mai a fare un punteggio decente, al contrario di mia figlia (da qui forse si vede che sono cresciuto?).
Finding Nemo Subamrine Voyage: la novità, che in quanto tale è senza fastpass e mi è costata una coda non indifferente (l’unica!!). Purtroppo devo dire che, nonostante il grande lavoro che ha comportato e di cui ho seguito l’evolversi su internet, mi ha deluso moltissimo. Il trasbordo dei guest nel sottomarino è abbastanza complicato, le scalette sono strette e pericolose e lo spazio interno è veramente angusto. Una volta partiti, lo spettacolo non è niente di eccezionale, anche perché la fauna sottomarina (stile cartoon) rappresentata da pseudo-animatronics, ha movimenti molto limitati e scattosi e fa a cazzotti con le parti che invece vedono i protagonisti come proiettati in tre dimensioni nell’acqua. La tridimensionalità non è molto evidente e quindi, con la faccia attaccata ad un oblò, ti sembra semplicemente di stare a guardare un pezzetto di Nemo a casa tua in dvd. Al termine del tour, ti lasciano in attesa in quel tubo di ferro sott’acqua per molti minuti, senza più niente da guardare all’esterno, in attesa delle lunghe operazioni di sbarco dei sottomarini precedenti. Peccato, secondo me il parco non aveva proprio bisogno di un’attrazione del genere e le risorse potevano essere usate per altri scopi.
Parate: uno dei punti di forza Disney, che qui non si smentisce; ho visto la bellissima Walt Disney’s Parade of Dreams, ma non quella notturna "Remember, dreams come true!", che non era in programma per quel giorno.
In conclusione, anche con qualche nota negativa, non mi distacco comunque dal mio giudizio su questo parco che è eccellente (non mi viene in mente qualcosa di più) e tutti gli appassionati dovrebbero avere la fortuna di visitarlo almeno una volta.
Questo commento rappresenta l’opinione personale di un visitatore e non di Parksmania.it.
Ignazio Sinatradice
Reportage di Visita (inviatoci da Ignazio Sinatra): Dopo essere stato molte volte a Disneyland Parigi, avevo deciso di dedicarmi ad altri parchi di divertimento meno famosi, ma pur sempre degni di nota, e meno affollati. Così negli ultimi due anni avevo visitato Europa Park, Gardaland, Parc Asterix, Futuroscope, gli Universal Studios Hollywood e perfino Sea World di San Diego. Trovandomi recentemente in California ed avendo un giorno libero, pur senza un particolare entusiasmo, sono andato a Disneyland. Devo dire che Disneyland è assolutamente ineguagliabile sotto tutti i punti di vista; l’atmosfera è unica grazie alle ambientazioni sempre di altissimo livello ed estremamente curate, alla musica allegra che fa da sottofondo ovunque si vada, alle attrazioni sempre tematizzate in maniera fantastica, alla quantità di negozi e punti di ristoro. In particolare, quando si arriva a Disneyland si entra realmente in un’altra dimensione, cosa non sempre vera negli altri parchi, forse ad eccezione di Parc Asterix (che per me è il parco Europeo più bello dopo Disneyland Paris) e di Gardaland (che a mio avviso ha sempre curato con molta attenzione l’atmosfera generale). E’ impossibile non restare incantati dalla Main Street, dalla musica e dall’allegria generale. Quindi, dopo due anni di esperienze presso altri parchi devo dire che Disneyland è ancora anni luce avanti ai più diretti concorrenti. Alcuni consigli pratici: A Disneyland California è stato introdotto presso alcune attrazioni generalmente affollate, il Fast Pass. Si tratta di una trovata per far “saltare” la coda: in pratica si introduce il biglietto di ingresso in una specie di timbratrice da autobus e si riceve, insieme al biglietto stesso, uno scontrino che attesta la possibilità di evitare la coda in un arco di tempo di un ora. Si tratta di un’ora ben definita (esempio: accesso a “Splash Mountain” in qualsiasi momento, compreso tra le 11,20 e le 12,20). Dal momento in cui si richiede il FastPass al momento in cui inizia il periodo durante il quale si può usufruire dell’attrazione, passa in genere circa un’ora, quindi si è “liberi” di andare altrove per un periodo che va da un minimo di un ora ad un massimo di due. Unica limitazione, non si può avere più di un FastPass attivo per volta, quindi prima di richiederne un secondo bisogna usufruire dell’attrazione, oppure deve essere scaduto il tempo disponibile. Secondo me questo meccanismo è estremamente utile e anche se al momento è presente solo su tre attrazioni, mi ha permesso di risparmiare almeno due ore di coda. Attenzione però al rischio di essere linciati da coloro che si sono sciroppati un ora di coda sotto il sole e, quando sono vicini alla meta, si vedono sorpassati da chi di coda non ne ha fatta neanche un po’ (in realtà si fa l’ultimo tratto di pochi minuti)!!! “Honey I shrunk the audience”: Nei precedenti reportage, Roberto Canovi ha stroncato questa attrazione dicendo che è molto inferiore alle attese e non adeguata alla tanta pubblicità ricevuta. Devo dire che io dissento completamente da quanto affermato da Roberto, almeno per l’attrazione presente in California, che mi è piaciuta moltissimo e mi ha sorpreso e divertito veramente tanto. Tra l’altro avevo già visto l’altra attrazione multisensoriale, “Terminator2 3D”, presso gli Universal Studios Hollywood, per cui non ero proprio impreparato. Nonostante ciò, ripeto, ho apprezzato tantissimo. Hotel: Se si va a Disneyland California, ed in particolare se si va in auto e si ha bisogno di un albergo, è possibile alloggiare in uno dei tanti alberghi che si trovano proprio di fronte all’ingresso del Parco e che permettono di andare a piedi (basta attraversare la strada). Tali alberghi sono molto comodi perché hanno il loro parcheggio (così si evitano spese e code per entrare e uscire da quello di Disneyland), ed hanno prezzi che vanno dai 70 dollari in su a camera. Il metodo più diretto per prenotare è, secondo me, Internet, al sito http://www.travelocity.com, dove è possibile fare la ricerca per “vicinanza ad un’attrazione turistica” (naturalmente Disneyland California); io ho utilizzato Travelocity più volte e funziona a meraviglia (e al mio arrivo in Hotel la camera prenotata c’era davvero). Alcuni Hotel tra i più economici (e nonostante ciò più che accettabili), dai quali è possibile raggiungere il Parco a piedi sono il “Tropicana Inn” ed il “Park Inn”.
Questo commento rappresenta l’opinione personale di un visitatore e non di Parksmania.it.
Ho visitato alla fine di febbraio scorso questo parco eccezionale, per la seconda volta (la prima nel 1996). Come lo avete definito nella descrizione è sicuramente il papà di tutti i parchi e, non so se è solo suggestione, ma questo senso di essere alle "origini" si sente davvero, come se ci fosse Walt all’entrata a riceverti per dirti di abbandonare ogni preoccupazione e lasciarti andare alla fantasia.
Ho visitato diverse volte Disneyland Paris e due volte il Magic Kingdom di Orlando: la magia Disney ci abitua ad un ambiente a dir poco impeccabile; a Disneyland è di più, è perfetto! Le ambientazioni, fin dall’entrata e poi nella Main street, sono entusiasmanti e colpiscono soprattutto quelle delle land che non esistono negli altri parchi: New Orleans Square, Critter Country e Toon Town. La zona attorno al lago centrale, forse per la complicità del sole e del cielo azzurro della California, mi è apparsa semplicemente deliziosa, con i bar e i ristoranti all’aperto, l’isola di Davy Crockett rinnovata e quella bellissima entrata di Pirates of the Caribbean, quasi mimetizzata sotto un ponte stile america del profondo sud. Ho visitato Disneyland in un periodo di bassa affluenza (febbraio) e vi assicuro che è stato uno spasso: in un giorno tutte le attrazioni più volte e niente code, un sogno più di quello che non era già! Sfortunatamente c’erano alcuni rehab,ovvero It’s a small world, Matterhorn e Jungle cruise. Mentre per il primo (chiuso fino a novembre 2008) mi è dispiaciuto il giusto, perché fatto e rifatto a Parigi e a Orlando, per gli altri due è stata una vera fregatura! In particolare per il Matterhorn, perché esiste solo lì e perché è una delle attrazioni originali di Disneyland, voluta da Walt: mi sono soffermato a pensare l’effetto che una attrazione del genere (come anche Pirates), molto apprezzate ancora dopo 30 anni, debba aver avuto sul pubblico di fine anni 50, semplicemente sconvolgente!
Facendo un riassunto delle attrazioni posso dire:
Pirates of the Caribbean: sempre stupendo, forse un po’ più curato rispetto a quello di Parigi (ma mi sembra che anche quest’ultimo abbia avuto un rehab e io non l’ho ancora rivisto) e con la presenza di Jack Sparrow, un nuovo animatronic semplicemente impressionante, sembra vero!
Indiana Jones: nonostante che non mi abbia sconvolto come la prima volta, rimane sempre unico e divertentissimo; un’attrazione maestosa nella sua ambientazione che ha sicuramente la capacità di resistere ancora nel tempo all’assalto di nuove idee e tecnologie.
Splash Mountain: altra attrazione unica, non tanto nel genere, che è un flume ride (si dice così?) con caduta vertiginosa alla fine, ma per la tematizzazione eccezionale che ti porta nel mondo allegro e colorato di Brer Rabbit; secondo me a Parigi se ne sente molto la mancanza.
Big Thunder Mountain Railroad: è secondo me una delle attrazioni più divertenti mai realizzate da Disney, anche se qui forse comincia un po’ a risentire dell’età, non tanto per la tipologia di attrazione nè tantomeno per la tematizzazione che è sempre al massimo, ma forse per il percorso; in questo caso la versione parigina vince, per il tracciato più lungo e più veloce.
Haunted Mansion: un’attrazione che io amo particolarmente e che in questo caso parte da una villa abbandonata suppongo in Louisiana o giù di lì; il tracciato interno è uguale al Phantom Manor parigino, per la prima parte, ma cambia un po’ nella seconda parte, quella del cimitero, dove forse si vedono meno soggetti in movimento, ma l’atmosfera e la profondità della notte nebbiosa e illuminata dalla luna è più reale.
Toon Town: è praticamente un’attrazione di per se stessa, costruita in modo eccezionale tanto da avere la sensazione di essere dentro ad un fumetto, con la possibilità di visitare le abitazioni dei personaggi amati da tutti (le case di Minnie e Topolino con gli elettrodomestici funzionanti sono il massimo) e di fare due ride divertenti: Gadget Go Coaster (piccolo family coaster) e Roger Rabbit Car Toon Spin (divertente viaggio sul taxi pazzo del film, che ruota come si vuole).
Fantasyland: tutte le attrazioni sono le stesse degli altri parchi, basate sulle fiabe più famose e sempre piene di magia (crescerò mai??); devo dire che il castello all’entrata, che, se non sbaglio, a Disneyland è quello di Cenerentola, mi sembra un po’ più piccolino rispetto a quello di Parigi o forse questa impressione dipende dal fatto che a Parigi è costruito in cima ad una piccola collinetta.
Tomorrowland: è forse la parte più "stanca" di tutto il parco e che avrebbe bisogno di una rinfrescata; attrazioni come Star Tours o Honey, I shrunk the audience hanno proprio bisogno di una profonda rivisitazione, qui come altrove. Anche se datata come attrazione, Space Mountain è sempre divertente, anche se perde alla grande con la versione europea. Buzz Lightyear Astro Blaster, con sue pistole laser, è sempre spassoso, anche se non riesco mai a fare un punteggio decente, al contrario di mia figlia (da qui forse si vede che sono cresciuto?).
Finding Nemo Subamrine Voyage: la novità, che in quanto tale è senza fastpass e mi è costata una coda non indifferente (l’unica!!). Purtroppo devo dire che, nonostante il grande lavoro che ha comportato e di cui ho seguito l’evolversi su internet, mi ha deluso moltissimo. Il trasbordo dei guest nel sottomarino è abbastanza complicato, le scalette sono strette e pericolose e lo spazio interno è veramente angusto. Una volta partiti, lo spettacolo non è niente di eccezionale, anche perché la fauna sottomarina (stile cartoon) rappresentata da pseudo-animatronics, ha movimenti molto limitati e scattosi e fa a cazzotti con le parti che invece vedono i protagonisti come proiettati in tre dimensioni nell’acqua. La tridimensionalità non è molto evidente e quindi, con la faccia attaccata ad un oblò, ti sembra semplicemente di stare a guardare un pezzetto di Nemo a casa tua in dvd. Al termine del tour, ti lasciano in attesa in quel tubo di ferro sott’acqua per molti minuti, senza più niente da guardare all’esterno, in attesa delle lunghe operazioni di sbarco dei sottomarini precedenti. Peccato, secondo me il parco non aveva proprio bisogno di un’attrazione del genere e le risorse potevano essere usate per altri scopi.
Parate: uno dei punti di forza Disney, che qui non si smentisce; ho visto la bellissima Walt Disney’s Parade of Dreams, ma non quella notturna "Remember, dreams come true!", che non era in programma per quel giorno.
In conclusione, anche con qualche nota negativa, non mi distacco comunque dal mio giudizio su questo parco che è eccellente (non mi viene in mente qualcosa di più) e tutti gli appassionati dovrebbero avere la fortuna di visitarlo almeno una volta.
Questo commento rappresenta l’opinione personale di un visitatore e non di Parksmania.it.
Reportage di Visita (inviatoci da Ignazio Sinatra):
Dopo essere stato molte volte a Disneyland Parigi, avevo deciso di dedicarmi ad altri parchi di divertimento meno famosi, ma pur sempre degni di nota, e meno affollati. Così negli ultimi due anni avevo visitato Europa Park, Gardaland, Parc Asterix, Futuroscope, gli Universal Studios Hollywood e perfino Sea World di San Diego.
Trovandomi recentemente in California ed avendo un giorno libero, pur senza un particolare entusiasmo, sono andato a Disneyland. Devo dire che Disneyland è assolutamente ineguagliabile sotto tutti i punti di vista; l’atmosfera è unica grazie alle ambientazioni sempre di altissimo livello ed estremamente curate, alla musica allegra che fa da sottofondo ovunque si vada, alle attrazioni sempre tematizzate in maniera fantastica, alla quantità di negozi e punti di ristoro. In particolare, quando si arriva a Disneyland si entra realmente in un’altra dimensione, cosa non sempre vera negli altri parchi, forse ad eccezione di Parc Asterix (che per me è il parco Europeo più bello dopo Disneyland Paris) e di Gardaland (che a mio avviso ha sempre curato con molta attenzione l’atmosfera generale).
E’ impossibile non restare incantati dalla Main Street, dalla musica e dall’allegria generale.
Quindi, dopo due anni di esperienze presso altri parchi devo dire che Disneyland è ancora anni luce avanti ai più diretti concorrenti.
Alcuni consigli pratici: A Disneyland California è stato introdotto presso alcune attrazioni generalmente affollate, il Fast Pass. Si tratta di una trovata per far “saltare” la coda: in pratica si introduce il biglietto di ingresso in una specie di timbratrice da autobus e si riceve, insieme al biglietto stesso, uno scontrino che attesta la possibilità di evitare la coda in un arco di tempo di un ora. Si tratta di un’ora ben definita (esempio: accesso a “Splash Mountain” in qualsiasi momento, compreso tra le 11,20 e le 12,20). Dal momento in cui si richiede il FastPass al momento in cui inizia il periodo durante il quale si può usufruire dell’attrazione, passa in genere circa un’ora, quindi si è “liberi” di andare altrove per un periodo che va da un minimo di un ora ad un massimo di due. Unica limitazione, non si può avere più di un FastPass attivo per volta, quindi prima di richiederne un secondo bisogna usufruire dell’attrazione, oppure deve essere scaduto il tempo disponibile. Secondo me questo meccanismo è estremamente utile e anche se al momento è presente solo su tre attrazioni, mi ha permesso di risparmiare almeno due ore di coda. Attenzione però al rischio di essere linciati da coloro che si sono sciroppati un ora di coda sotto il sole e, quando sono vicini alla meta, si vedono sorpassati da chi di coda non ne ha fatta neanche un po’ (in realtà si fa l’ultimo tratto di pochi minuti)!!!
“Honey I shrunk the audience”: Nei precedenti reportage, Roberto Canovi ha stroncato questa attrazione dicendo che è molto inferiore alle attese e non adeguata alla tanta pubblicità ricevuta. Devo dire che io dissento completamente da quanto affermato da Roberto, almeno per l’attrazione presente in California, che mi è piaciuta moltissimo e mi ha sorpreso e divertito veramente tanto. Tra l’altro avevo già visto l’altra attrazione multisensoriale, “Terminator2 3D”, presso gli Universal Studios Hollywood, per cui non ero proprio impreparato. Nonostante ciò, ripeto, ho apprezzato tantissimo.
Hotel: Se si va a Disneyland California, ed in particolare se si va in auto e si ha bisogno di un albergo, è possibile alloggiare in uno dei tanti alberghi che si trovano proprio di fronte all’ingresso del Parco e che permettono di andare a piedi (basta attraversare la strada). Tali alberghi sono molto comodi perché hanno il loro parcheggio (così si evitano spese e code per entrare e uscire da quello di Disneyland), ed hanno prezzi che vanno dai 70 dollari in su a camera. Il metodo più diretto per prenotare è, secondo me, Internet, al sito http://www.travelocity.com, dove è possibile fare la ricerca per “vicinanza ad un’attrazione turistica” (naturalmente Disneyland California); io ho utilizzato Travelocity più volte e funziona a meraviglia (e al mio arrivo in Hotel la camera prenotata c’era davvero). Alcuni Hotel tra i più economici (e nonostante ciò più che accettabili), dai quali è possibile raggiungere il Parco a piedi sono il “Tropicana Inn” ed il “Park Inn”.
Questo commento rappresenta l’opinione personale di un visitatore e non di Parksmania.it.