A cura di Bruno Lancetti
Panoramica: tra le lussureggianti colline di Alton (Inghilterra), a pochi chilometri dalla splendida cittadina universitaria di Stoke-On-Trent, si trova il noto parco divertimenti Alton Towers, una vera e propria “cattedrale nel deserto” immersa tra boschi, prati e tipiche fattorie inglesi. La collocazione così come il layout che caratterizza l’intera struttura fanno intuire fin da subito che il parco è adagiato su un prezioso e storico grande podere-giardino, indubbio punto di forza per una realtà che mixa sapientemente zone di puro divertimento ad aree destinate al relax. Dall’ingresso, semplice e lineare, funzionale, e sufficientemente vocato a marcare il confine tra realtà e fantasia, la visuale è di quelle da film. Nessuna attrazione in vista (con l’eccezione del “turn out” dello “Spinball WizzerTM” visibile in lontananza), alcuni round floreali intervallati da una fontana dividono in due la corta main street, poche casette colorate in stile inglese, dedicate allo shopping, al ristoro e ai guest services, corrono lineari sui due lati, mentre un grande lago si apre su una visuale panoramica da 180° davvero unica: di fatto il colpo d’occhio, forse anche grazie alla leggera nebbiolina di rugiada mattutina, è da leggenda perché proprio sulla sponda più remota dello specchio d’acqua si erge un misterioso ed imponente castello alla Higlander chiamato “The Towers”. Tra l’altro nel proseguo della visita si potrà scoprire che proprio queste storiche mura (attualmente in buona parte sotto accurata e minuziosa ristrutturazione) sono la dimora di “Hex®”, una delle migliori “mad house” in circolazione, con tanto di doppio pre-show, ovviamente dedicata alla leggenda ed ai segreti del castello. Le varie land in cui è stato suddiviso il parco, ben mimetizzate nella rigogliosa ma sapientemente curata vegetazione, sono distanti tra loro ma alcune di esse (Forbidden Valley, UG Land, Cred Street) sono agilmente raggiungibili tramite la Skyride, esemplare di ovovia ad agganciamento automatico un po’ datato ma capiente e funzionale, prodotto dalla Poma (da segnalare la visuale dall’alto offerta dal secondo tratto dell’impianto a fune che si caratterizza per gli splendidi ed estesi giardini, attraversabili anche a piedi via Cross Valley Pathway, curati in maniera davvero maniacale).
Quella che segue è una sommaria descrizione dell’attuale offerta di Alton Towers.
Attrazioni: mix discreto con maggiore inclinazione per i thrill seekers (i cercatori di adrenalina); la Forbidden Valley risulta essere una delle migliori land grazie alla concentrazione di attrazioni di forte impatto emozionale come i due roller coaster “Air” (flying coaster innovativo B&M) e “Nemesis®” (rc inverted B&M con tematizzazione da urlo) e le giant flat “Ripsaw” (top spin Huss) e “The Blade” (nave pirati); le vicine Gloomy Wood e Katanga Canyon presentano “Duel”, una divertente e ben tematizzata dark ride interattiva di recente ristrutturazione, “Congo”, un classico river rapids non troppo entusiasmante e relativamente bagnato, ed un frizzante e piacevole treno della miniera, il “Runavay Mine Train”, ben tematizzato. La confinante Merrie England offre invece un simpatico flume ride, “The Flume”, rivisitato in una nuova veste tutta dedicata al bagno, alle vasche (gli ex tronchi), alla schiuma e alle paperette, quindi le classiche tazze, la “Skyride”, e lo “Splash Kart Challenge”, ovvero divertenti gommoni motorizzati su acqua. Old MacDonald’s Farmyard è l’area dedicata ai più piccoli: già ispiratrice del Fantasy Kingdom di Gardaland, la zona appare meno invitante di quella del parco italiano ma comunque ben dotata di attrazioni per i bambini. Proseguendo in senso antiorario si trova Adventure Land, dimora dello “Squirrel Nutty” (fumettoso mini-coaster elettrificato con veicoli-scoiattolo dedicato alle favole, “The Beastie”, altro mini-coaster per bambini, e “Spinball Wizzer™”, eccellente e shakerato spinning coaster (Maurer&Söhne) di recente introduzione; a seguire, all’ombra degli alberi più alti e della vegetazione più rigogliosa c’è un’altra area estrema, l’X-Sector, diventata famosa inizialmente per il defunto coaster indoor “Black Hole”, quindi odiernamente per “Oblivion®”, scream machine (B&M) imperdibile e mozzafiato con forze g al limite, mentre fanno da condimento, sempre in versione trita-stomaco, “Submission” ed “Enterprise”. In Cred Street si incontrano nuovamente attrazioni per bambini tra cui “Frog hopper” (tipo Salto Matto), “Gallopers Carousel” (giostra cavalli), “Bouncing Bugs”, “Vintage Cars”, ed altre mini classical rides. Infine UG Land, la parte più remota del parco, è l’ultima per rigore logico: nonostante l’impronta preistorica e le influenze alla Flintstones, nonché il roller coaster “Corkscrew” (pezzo storico Vekoma), la zona si è da poco dotata di una nuova stirpe di coaster ovvero i “rocketcoaster”. In questo caso si tratta di “Rita: The Queen Of Speed”, creazione Intamin non proprio brillante in fatto di tracciato, poco propensa ad offrire air-times nonostante l’apparenza del layout, inadatta al tema della land ove è stata inserita; nonostante questo l’indice di gradimento degli ospiti è tutto a suo favore, soprattutto per la forte spinta in fase di lancio che incolla al sedile chiunque, facendo salire l’adrenalina alle stelle; particolarmente azzeccata la colonna sonora (pezzi rock famosi, dai Guns’N’Roses agli Aerosmith) che con volume “pompato” gasa l’attesa dei guest; da migliorare l’affidabilità causa qualche blocco forzato che quotidianamente ne rallenta l’operatività.
Fastrack & Single Rider queues: per “The Flume”, “Nemesis®”, “Air”, la possibilità di velocizzare le code e “guadagnare terreno” non è utopia grazie ad un sistema di prenotazione molto utile (peccato sia presente solo su queste tre attrazioni); ottime le corsie preferenziali invece per gli ospiti “soli” disposti ad effettuare il proprio giro su posti rimasti inoccupati (ottima occasione per fare nuove amicizie).
Spettacoli: forse questo il neo carente della struttura; sono praticamente ridotti alla novità di quest’anno ovvero lo show “The Magic of Ice – Circus of Illusion”, spettacolo su ghiaccio che abbina alle magie ed illusioni di due gemelli illusionisti, “The Twins”, le acrobazie dei pattinatori su ghiaccio; si sente invece la mancanza di una vera parata e dell’animazione di strada, probabilmente difficili proprio per la conformazione del parco.
Cibo e bevande: numerosi e di grande varietà i punti ristoro, dove a farla da padrone sono però gli immancabili Mc Donald’s® point e i Pizza Hut® corners; da provare gli hot dog della UG Land; prezzi abbastanza abbordabili, servizio rapido, cortesia e pulizia nella norma.
Servizi interni: arcade (videogiochi) e skill-games (giochi di abilità) non mancano per quantità e varietà, anzi forse l’abbondanza svilisce i pregi di alcune location, una fra tutte l’Oblivion Shop dell’X-Sector; particolare importanza è riservata ai bambini più piccoli che possono essere cambiati in uno dei numerosi “baby changing” (puliti e accoglienti) o rifocillati e coccolati nei “baby supplies” (varietà e qualità); servizi igienici discreti non equamente curati in tutte le aree del parco; negozi presenti in maniera capillare con offerta varia ma prezzi non sempre accessibili; ordine e pulizia generale buoni; servizi al cliente ben organizzati; prezzi per custodia borse e noleggi leggermente sopra la media; personale di servizio attento, cortese e disponibile.
Extras: completano l’imponente offerta un parco acquatico indoor recentemente inaugurato (Cariba Creek) e due hotel (tra cui il The Alton Towers Spa) ben serviti da una monorotaia dedicata (non visionati per mancanza di tempo). La struttura è raggiungibile dalle località limitrofi via servizio double deck bus a pagamento: nonostante il prezzo irrisorio, il trasporto risulta parzialmente deficitario perché legato ad una ristretta fascia di orari (dalla stazione ferroviaria di Stoke-On-Trent ad esempio parte un solo autobus alla mattina; perso quello resta solo la dispendiosa alternativa Taxi).
Il giudizio finale: nel complesso il parco è una struttura completa, rodata e ben condotta, di fatto dissimile da altre proposte europee proprio per la conformazione del luogo ove sorge e per la dichiarata dedizione a rimanere il più possibile un “paradiso verde”, oltre che meta per i pellegrinaggi dedicati alla ricerca dell’adrenalina formato roller coaster. Nei giorni infrasettimanali il parco è molto vivibile e maggiormente apprezzabile, e le code per le attrazioni di punta, predisposte comunque per alte portate orarie, sono accettabili. La classifica per target di riferimento vede oggi una netta propensione al soddisfacimento dei gusti dei giovani (alla ricerca di ride dai forti contenuti emozionali); nonostante ciò le famiglie non sono penalizzate, e prova che la varietà di intrattenimento è comunque discreta sono i numerosi tagliandi “Children” staccati durante la stagione 2004. Il prezzo d’ingresso vale appieno l’offerta proposta. Per i Parksmaniaci la visita a questo santuario del divertimento è d’obbligo.