A cura di Alberto Prina (luglio 2005)
Dopo essermi trasferito recentemente nel Regno Unito, non mi sono negato la possibilità di viaggiare. La prima meta del mio percorso ha conquistato generazioni di giovani e non, spesso operai e minatori con le rispettive famiglie provenienti dalle vicine Liverpool e Manchester.
Centonove lunghi anni sono passati dall’apertura di Blackpool Pleasure Beach, che inizialmente ideato come Lunapark, si è evoluto ed è riuscito a raggiungere un’ottima fama nel panorama europeo e mondiale. Dopo aver sostato durante la notte nella vicina Preston, attorno alle 9.30 mi sono avviato verso Blackpool.
Basta un’occhiata per avvistare l’enorme struttura di “Pepsi Max: The Big One”, l’attrazione simbolo del parco, che si erge maestosamente ed è visibile a miglia di distanza. Sul sito internet avevo controllato precedentemente l’orario d’apertura, che era stimato intorno alle ore 11.30 (piuttosto tardi rispetto alla media europea), ma speravo in ogni modo che l’ottimo tempo e l’elevata temperatura facessero cambiare idea alla direzione.
Arrivo alle 10.00 e senza troppa difficoltà trovo un parcheggio a due passi dal parco, che si trova in pieno centro (in Inghilterra è comune parcheggiare ai lati della strada senza pagare, chiedete però conferma ad un passante, in modo da non avere spiacevoli sorprese al vostro ritorno. Alcune aree sono riservate ai soli residenti). La città sembra completamente addormentata: il perimetro del parco è pressoché deserto. Mi devo ricredere dopo aver raggiunto il lato ovest (quello che si affaccia sul mare per intenderci): i bar sono già affollati, ed alcune attrazioni già aperte. Dovete infatti sapere che Pleasure Beach è circondato da tante altre strutture ricreative (dark rides, horror houses, walk throughs).
Trovo anche un negozio in cui si possono acquistare i biglietti. L’ammissione al parco è gratuita, ed ogni singola attrazione ha un costo d’ingresso che varia dalle due alle sette sterline. Molto più comodo comprare un bracciale che permette al costo di 30 £ di visitare tutte le giostre quante volte si voglia nell’arco di una giornata (fatta eccezione per i gokart, minigolf e gommoni). Dopo aver acquistato la mia “wrist-band” mi dirigo verso l’entrata principale del parco (sono presenti tre diversi ingressi), spero vivamente che apra in anticipo.
I miei desideri sono soddisfatti: l’apertura è anticipata alle 10.45, e dopo essere passato sotto un metal detector, inizio ad incamminarmi nel cuore del parco. Le attrazioni (escludendo i “baracconi” da luna park: tiro a segno, corsa dei cavalli, etc.) sembrano tutte chiuse. Ognuna, infatti, ha un orario diverso d’apertura. Chiedo allora ad un addetto se c’è qualche attrazione in funzione e la risposta che ottengo è “The Big One”.
Mi dirigo verso l’estremo lato sud, dove questa montagna russa è situata. Il rosso dei binari sovrasta tutto il parco, e nonostante sia pubblicizzata come il più alto e veloce rollercoaster d’Europa (questo record è stato battuto nel 2003 con la costruzione di Silver Star presso Europa Park.), rimane un’attrazione di fortissimo impatto scenico.
La coda è pressoché inesistente e dopo pochi minuti sono già sul treno che sale lentamente la lift-hill. Mi accorgo da principio che la corsa è veramente “ruvida” (soprattutto nell’ultima carrozza. Nel pomeriggio l’ho riprovata in prima fila ed è molto più piacevole) e che, fatta esclusione per la prima discesa, è un po’ noiosa. C’è molta amarezza sul mio volto dopo essere sceso; in sostanza, imparagonabile a Silver Star.
Non ci vuole molto per ritornare di buon umore: le attrazioni stanno iniziando ad aprire e in un paio di minuti riesco a guadagnarmi un posto su “Grand National”.
Questo dueling wooden coaster nonostante sia stato costruito all’inizio del secolo scorso è fenomenale, tantissimo “airtime” grazie alle numerose “colline” disseminate su tutto il tracciato. Sicuramente la migliore montagna russa di legno che abbia mai provato. Blackpool Pleasure Beach deve essere sicuramente citata per l’elevato numero di wooden coaster presenti nel parco: oltre a “Grand National”, sono presenti altre tre strutture dotate di binari di legno.
– “Rollercoaster”: anche questa struttura è piuttosto datata. La sua peculiarità è che non è presente né una barra protettiva, né una cintura di sicurezza. Preparatavi a tenervi MOLTO stretti.
– “The Big Dipper”: molte persone lo amano; secondo i miei gusti è un po’ troppo rude.
– “Wild Mouse”: Il più divertente Wild Mouse che abbia mai provato, è in legno, e non è così doloroso come Pakal a Mirabilandia, fatta eccezione per l’ultima curva.
Le emozioni forti faticano a terminare in questo parco. Sono presenti difatti altri quattro ottovolanti:
– “Irn Bru” Revolution: penso che presenti il primo loop d’Europa (o almeno è come viene pubblicizzato dal parco). La stazione di partenza si trova in cima ad una rampa di scale. Una volta saliti sul treno sarete lanciati ed incontrerete una discesa, il famoso loop, una salita, ed un tratto rettilineo su una seconda piattaforma. A questo punto il lancio è effettuato all’indietro. Dopo aver preso posto in un carrello e dopo essere stato lanciato (fate attenzione perché il giro della morte è piuttosto doloroso) il treno si è guastato e sono stato costretto a scendere dalla seconda piattaforma. Una gentile operatrice ci ha condotto lungo le scale (devo dire che è stato piuttosto eccitante, anche se sicuramente non appartengo alla categoria dei “parksmaniaci gufi”).
– Steeplechase: avevo visto questa giostra solo in Rollercoaster tycoon e non pensavo che esistesse. Ci si siede su questi cavalli (ovviamente finti) e si effettua questo percorso che dovrebbe ricreare una gara equina. Sicuramente da provare anche se può essere un po’ noiosa.
– Space Invader II: indoor coaster con una tematizzazione spaziale, provatela solo se avete tempo. La coda è spesso lunga e la corsa molto breve.
Per gli amanti del brivido i richiami non mancano, altre cinque “flat rides” vi faranno amare, o odiare (dipende dai casi) questo parco:
– Ice Blast: una torre di lancio, che vi capulterà a più di 60 mt (molto simile a Columbia e Discovery di Mirabilandia).
– Whip: rotolerete a parecchi metri d’altezza, andando a più di 60 mph (miles per hour)
– Trauma Towers: “toboga” veramente ben tematizzato all’interno di una casa dell’orrore. Prima di provare l’attrazione dovrete avventurarvi nella casa, per raggiungere la sala da pranzo: chissà chi bollirà nella pentola?
– “Impossibile”: “mad house” con scarsa tematizzazione, ma con un bel pre-show.
– “Spin-Doctor”: giostra piuttosto impressionante, simile all’ormai defunto “Hurricane” (Mirabilandia), ma molto più alto, veloce e con i vagoni che allo stesso tempo ruotano su se stessi a 360°.
Se ora credete che il parco sia appetibile solamente ad un target di giovani, vi sbagliate completamente. E’ presente, infatti, un’enorme playground per la gioia dei vostri bambini, chiamato Beaver Creek; le attrazioni sono piuttosto divertenti e non solo per i più piccoli…
Le famiglie sono allettate anche dal buon numero di dark rides presenti.
– “Gold Mine”: quello in cui il “Grand Canyon” di Gardaland dovrebbe trasformarsi. Molto piacevole, piuttosto lunga e ben rifinita.
– “Ghost Train”: non credete di spaventarvi in quest’attrazione, monotona e semplicemente inutile. Classico treno fantasma da luna park, con la piccola differenza che questo ha circa 80 anni di storia alle spalle.
– “Alice Ride”: giostra dedicata al mondo delle meraviglie d’Alice.
– “River Caves”: a bordo di una barca ci si avventura in un viaggio nell’estremo oriente e in seguito nella valle dei re. Non chiedetemi il nesso perché non sono riuscito a trovarlo.
Le attrazioni sono ben tematizzate, anche se si amalgamano male l’una con l’altra. Non esiste un tema che le unisce. La viabilità all’interno del parco è buona, non avrete grosse difficoltà a trovare le giostre. Il prezzo della wristband è sicuramente giusto per quello che Blackpool offre ai suoi visitatori.
Mi vorrei fermare qua dicendo che nel parco sono presenti anche un Log Flume (tipo “Colorado Boat” a Gardaland) con due discese, un labirinto di siepi (piuttosto insidioso), un divertentissimo walk through nell’Arca di Noè, un paio di caroselli, e anche alcuni show (putroppo non ho potuto assistere per mancanza di tempo), ma il parco deve ancora regalarci il suo diamante più brillante: “Valhalla”.
Non sapevo quasi nulla di “Valhalla” prima di venire nel parco, fatta eccezione del costo di costruzione: più di 15 milioni di sterline. Prima di entrare nella “queue line”, compro subito un impermeabile (£ 1.50) dopo aver visto gli effetti della corsa su altri visitatori). Una tematizzazione vichinga fa da contorno alla giostra più bagnata che abbia mai provato (molto di più di “Niagara”).
Il concetto alla base è quello di riunire i quattro elementi: terra, acqua, aria e fuoco. La particolarità di Valhalla è di essere completamente indoor. Discese, fiamme, vento, e litri d’acqua vi accompagneranno in una delle attrazioni più divertenti, bagnate e riuscite che abbia mai provato. Quando uscite, potete buttare via il ridicolo impermeabile, anche perché non è servito a molto, ed asciugarvi in una delle camere “asciugatrici” appositamente create.
Attorno alle 20.00 esco dal parco, anche se Blackpool chiuderà alle 21.00. Devo ancora guidare quattro ore per tornare a casa.