(Recensione a cura di Roberto Canovi, giugno 1999)
Siamo tornati a Disneyland dopo dieci anni dalla prima visita, perfettamente consci che, a differenza di quanto accaduto con gli UNIVERSAL STUDIOS, i cambiamenti non sarebbero stati così evidenti, ma d’altro canto, la "magia" che si vive all’interno del capostipite dei Parchi moderni è un richiamo irrinunciabile…
Dopo poche centinaia di metri dall’uscita autostradale che indica Disneyland, ci siamo ritrovati nell’ immenso parcheggio (parzialmente inagibile a causa dei lavori per la costruzione di CALIFORNIA ADVENTURE), contraddistinto da zone identificate con i nomi dei personaggi disneyani, al fine di favorire il ritrovamento della propria auto al ritorno dopo la visita al Parco. Un frequentissimo servizio di trenini su gomme, effettua il trasporto dei visitatori fino all’ingresso.
Sinceramente, probabilmente a causa dei lavori in corso che caratterizzano anche l’area adiacente agli ingressi, l’impatto emotivo è veramente minimo, anche se un rapido sguardo all’interno del padiglione esterno dedicato al progetto del nuovo Parco, contribuisce a rinfrancare non poco l’animo. Nel padiglione è possibile osservare il plastico che riproduce CALIFORNIA ADVENTURE, oltre a numerosi disegni che illustrano le varie attrazioni e le scenografie in costruzione. Purtroppo ci è stato impedito di filmare e fotografare, anche se da tempo, su Internet, è possibile reperire tutto quanto esposto, in Siti Non Ufficiali. Di fianco al padiglione è posizionato un traliccio che consente di osservare l’evoluzione dei lavori da un’altezza di circa 3 metri, al di là del recinto. Un breve sguardo ai lavori, ancora allo stato iniziale, e poi finalmente, l’ingresso nel Regno della Fantasia, inaugurato dallo stesso Walt nel 1955. Entrando all’interno, una volta superato il tunnel sotto la ferrovia che effettua la circumnavigazione del Parco, ha inizio la magia…
Veniamo improvvisamente catapultati nella piazzetta di un paese d’inizio ‘900, quando Walt era ancora un bambino e amava correre sotto i porticati dei piccoli negozi della MAIN STREET, scansando le carrozze trainate dai cavalli, le prime automobili e l’autopompa dei Vigili del fuoco… proprio tutto quello che vediamo noi ora… La riproduzione delle abitazioni è eccellente e i mezzi sopracitati trasportano piccoli gruppi di persone lungo tutto il percorso della strada principale, costellata di negozi al cui interno fanno bella mostra di se innumerevoli articoli di merchandising, il tutto all’insegna del più sfrenato ma salutare consumismo.
Al centro della "Town Square", un’orchestrina jazz suona un allegro motivo, mentre attorno a noi si accalcano gruppi di bambini alla gioiosa ricerca degli autografi che alcuni dei più famosi personaggi Disney, strategicamente dislocati nell’area della piazzetta, distribuiscono senza soluzione di continuità. Le nostre due figlie più piccole impazziscono…
Alla nostra sinistra, ospitata in una elegante costruzione, la City Hall (Municipio), in cui è possibile attingere informazioni, incrementare la propria collezione di "Guide del Parco" e, Fondamentale, acuistare i famosi "Disney Dollars", spendibili solo all’interno del "Mondo Disney", ma che ognuno si guarda bene dall’utilizzare, conservandoli come souvenir. Nel nostro viaggio precedente (1989) avevamo iniziato alla stragrande, concedendoci un tavolo al "Town Square Cafè", delizioso angolo "Old America" proprio di fianco alla Banca, in cui la colazione veniva servita da gentili cameriere in costume. Il Breakfast, pur nella sua Classica composizione americana, era risultato ottimo, come pure il mitico succo d’arancia (Orange Juice) che ci accompagna da sempre nei nostri viaggi negli States… Purtroppo, già nel 1993, in occasione di un’altra visita al Parco, questo locale non era più in funzione e anche oggi se ne sono perse le tracce.
Quest’anno abbiamo solo una giornata a disposizione e l’esperienza ci ha già permesso di notare come l’affluenza odierna sarà molto alta, per cui decidiamo di non cercare la nuova collocazione del locale, soffermandoci solo pochi minuti presso la Bakery situata sulla sinistra a metà percorso della Main Street per tuffarci sulle enormi e deliziose fette di torta ad altissimo tasso di glucosio e colesterolo…
Percorriamo quindi la MAIN STREET osservando le vetrine dei fornitissimi negozi che vi si affacciano, unitamente ai punti di ristoro, ai ristoranti e alle piccole attrazioni che solitamente tutti snobbano (a ragione…). Giunti in "Central Plaza", sormontata dalla piccola mole del Castello di "Sleeping Beauty" (questa è la costruzione meno d’impatto, tra tutti i castelli presenti nei Parchi Disney), svoltiamo a sinistra ed entriamo nell’area di ADVENTURELAND, caratterizzata dalla presenza dell’ ex "Albero della famiglia Robinson", fino all’anno scorso visitabile percorrendo un lungo e tortuoso percorso a piedi su passerelle che collegano le varie stanze in legno, appollaiate sui giganteschi rami. Questa attrazione prettamente dedicata ai bambini, risulta ora in disfacimento, per consentire di dedicarla a TARZAN, l’eroe dell’ultimo cartone animato targato Disney, che qua in America, con un anticipo di sei mesi rispetto al mercato europeo, sta per essere rappresentato nelle sale cinematografiche. I lavori sono in avanzato stato, con operai che, destreggiandosi tra gli altissimi rami, assomigliano più ad acrobati che a carpentieri. Da quanto si può vedere, comunque, non vi saranno sostanziali differenze tra questa e la precedente attrazione, per cui si potrebbe parlare quasi sicuramente di un "restyling" associato ad un’abile operazione commerciale e d’immagine.
Un’elegante alta struttura completamente in legno e costruita secondo lo stile polinesiano, denuncia la presenza dell’attrazione "Enchanted Tiki Room", al cui interno è possibile sedersi in un ampio teatro circolare per assistere ad uno spettacolo di pappagalli meccanici. L’attrazione, una delle più datate dei Parchi Disney, è stata da poco sostituita, sempre all’interno del teatro, con una rappresentazione che ha per protagonista ZAZU, il simpatico uccello amico di Simba nel film "Il Re Leone". L’enorme consistenza delle "code" per le varie attrazioni ci induce a porci delle priorità, scartando decisamente quest’ultima. L’attrazione principale di ADVENTURELAND, inaugurata da un paio di anni, "Indiana Jones", è caratterizzata da una "coda" di almeno un’ora e mezzo per cui, ben sapendo che a sera inoltrata sarà possibile accedervi con maggiore facilità, ripieghiamo su "Jungle Cruise", un viaggio a bordo di battelli fluviali all’interno della Giungla Africana che, stranamente, si presenta con solo cinque minuti di attesa. Possiamo affermare che il percorso ormai lo conosciamo a memoria, avendolo effettuato diverse volte, sia in California che in Florida (a Parigi non è presente), ma comunque succede spesso di scoprire qualche particolare che aveva mancato di colpirci le volte precedenti. Oltretutto, al di là dell’innegabile fascino che questa attrazione conserva, si tratta pur sempre dell’immersione di quindici minuti in una fresca oasi nel contesto di una giornata che si preannuncia già come particolarmente calda. La professionalità che caratterizza i piloti dei barconi che trasportano gli ospiti attraverso i canali è eccezionale. Sono soggetti a frequenti "turnover" defatiganti, ma mantengono comunque una concentrazione tale che permette loro di recitare brillantemente la parte, che consiste nel coinvolgere il più possibile il pubblico con un soliloquio veramente impressionante. Inutile specificare che un’attrazione come "Tunga" (Gardaland) non è nemmeno lontanamente paragonabile, pur essendo caratterizzata dallo stesso "background" ideologico. In questo caso stiamo parlando, infatti, della migliore attrazione al mondo, nel suo genere… Uscendo da ADVENTURELAND, caratterizzata da una scenografia di tipo coloniale, si viene proiettati in un ambiente che richiama alle atmosfere del Mississippi di inizio ‘900: NEW ORLEANS SQUARE. Tra i piccoli cortili e i balconi fioriti si aggirano alcuni membri di una banda Jazz che ha appena finito il proprio spettacolo sulla strada e se non fosse per l’alta concentrazione di folla in bermuda e maglietta, si potrebbe pensare di essere capitati nel bel mezzo di un racconto di Mark Twain. Le due attrazioni principali di quest’area sono un’istituzione vera e propria dei Parchi Disney: "Haunted Mansion" e "Pirates of the Caribbean". Chi si è recato a Parigi ha senz’altro avuto modo di apprezzarne le caratteristiche, pur se con lievi differenze nella disposizione di "audioanimatronics" e scenografie. In sostanza, si tratta di un percorso a bordo di "poltrone giganti" semoventi, all’interno di una casa stregata ("HM") e di un lungo viaggio a bordo di barconi galleggianti nel mondo dei pirati ("PotC"). In NEW ORLEANS SQUARE si trova anche una delle quattro stazioni della "Disneyland Railroad", la strada ferrata che circonda tutto il Parco. E’ sempre buona norma, specialmente nelle giornate ad alta densità di presenze, utilizzare una di queste stazioni secondarie, solitamente con minore "coda" rispetto a quella della MAIN STREET USA, per salire sul treno. Il percorso non è particolarmente eccitante, ma permette di visionare le attrazione più esterne del Parco e soprattutto di attraversare un padiglione in cui vengono riprodotti alcuni ambienti naturali americani e uno scorcio di vita dei dinosauri del Giurassico. Effettuato il percorso completo, rientriamo in NEW ORLEANS SQUARE, per dirigerci verso CRITTER COUNTRY. La sagoma inconfondibile della montagna di "Splash Mountain", con la sua discesa mozzafiato sui tronchi è un vero spettacolo e rivaleggia con i pinnacoli rossi di "Big Thunder Mountain", collocati proprio dirimpetto, nella contigua FRONTIERLAND… Credo sia perfettamente chiaro che questa è la zona che preferisco, caratterizzata da una scenografia esterna da brivido e da due attrazioni che non hanno rivali al mondo, pur vantando decine di tentativi di imitazione. La "coda" per "Splash Mountain", al solito, è chilometrica e soprattutto non è destinata a diminuire col passare delle ore, per cui siamo obbligati, come tutti, a un’attesa di circa un’ora per salire sui mitici tronchi. L’attrazione vale comunque quasi da sola il costo del biglietto, dal momento che ci si trova immersi per un quarto d’ora abbondante nel mondo di Fratel Coniglietto (personaggio quasi sconosciuto, in Italia), percorrendo il canale che si snoda all’interno e all’esterno della gigantesca montagna. Le discese, tranne quella finale, non sono particolarmente impegnative, ma risultano ugualmente divertenti. La caratteristica che però rende imperdibile questa attrazione è sicuramente la scenografia che accompagnia il visitatore durante tutto il percorso, veramente incredibile e fantasiosa. Tutti vogliono usufruire di "Splash Mountain", spesso anche per più volte, ma la bassa capacità di trasporto orario (relativamente alle dimensioni di Disneyland), causa le interminabili "code" cui accennavo sopra.
L’area CRITTER COUNTRY continua verso nord formando un vicolo cieco che si insinua tra il confine del Parco, delimitato dalla ferrovia ad est e dal grande lago che la divide da FRONTIERLAND a ovest. Chi desidera quindi proseguire per usufruire delle altre due attrazioni di CRITTER COUNTRY, "Country Bear Playhouse" e "Davy Crockett’s Explorer Canoes", dovrà poi ripercorrere a ritroso circa 200 metri costeggiando il lago, per accedere a FRONTIERLAND. "Country Bear Playhouse" è caratterizzata da un teatro dove, ogni 20 minuti, viene rappresentato uno spettacolo di "audioanimatronics" che ha per protagonista una "country music band" di orsi che accompagna le esibizioni soliste di buffissimi cantanti, anch’essi appartenenti alla famiglia dei plantigradi. Sorprendente anche la "performances" dei tre "trofei" di caccia appesi alle pareti del teatro…
E’ uno spettacolo estremamente divertente, caratterizzato dall’altissimo livello tecnologico raggiunto dagli "audioanimatronics" presenti sulla scena. Chi desidera, invece, perdere qualche chilogrammo di troppo, può imbarcarsi sulle canoe di "Davy Krockett" e pagaiare in compagnia di altri passeggeri lungo un percorso che permette di esplorare un tratto del grande lago al cui centro si trova "L’isola di Tom Sawyer". Lo sconsiglio vivamente nelle giornate torride, perchè si rischia l’insolazione… Un’ultimo sguardo alla discesa finale di "Splash Mountain" e poi possiamo apprestarci ad entrare in FRONTIERLAND…
Abbandoniamo CRITTER COUNTRY e costeggiando il lago sulla nostra sinistra, ci addentriamo in FRONTIERLAND, caratterizzata dalla presenza, ovviamente, di un villaggio western. Gli edifici che ospitano negozi e ristoranti sono perfettamente riprodotti ma, ad onore del vero, l’atmosfera "western" non è assolutamente presente, soverchiata spesso dall’odore di pop-corn e zucchero filato, nonché dall’incredibile ed eterogenea massa di persone che affollano la strada principale. Sulla riva del lago è ormeggiata una chiatta di tronchi che provvede a trasportare i visitatori sulla vicina "Isola di Tom Sawyer" e viceversa. Sull’isola si può affrontare un piccolo percorso "avventuroso" che diverte indubbiamente i bambini, ma che agli adulti risulta un poco noioso… Tornando sulla terraferma, si può osservare da vicino il piccolo Forte delle "giubbe blu" e l’accampamento dei pellerossa, ma la vera unica e inimitabile attrazione di quest’area è la favolosa "Big Thunder Mountain", con le rotaie che serpeggiano all’interno e all’esterno della rossa montagna irta di pinnacoli simili a quelli presenti nei famosi Parchi Naturali americani dell’Ovest.
La "coda" non è particolarmente impegnativa (max. 15 minuti) e quindi un paio di corse sono d’obbligo. Anche in questo caso, come nella maggioranza delle attrazioni con limiti di età o d’altezza, i genitori che hanno bambini piccoli possono usufruire entrambi dell’attrazione senza dovere ripetere la "coda", sostando a turno in un’apposita piazzola con il figlio "incriminato", durante la corsa degli altri membri della famiglia. Il percorso è molto bello, anche se la mia impressione è che quello di Parigi sia addirittura migliore, se non altro perché in questo caso non è presente il lungo tunnel sotto il lago che caratterizza il Parco francese. La famosissima "Electrical Parade", la sfilata notturna dei carri illuminati, quest’anno è stata sostituita da "Fantasmic!", uno spettacolo che si svolge proprio sulle rive del Lago, sfruttando la scenografia "old mississippi river" situata sul lembo inferiore dell’Isola di Tom Sawyer (dove approdano anche le chiatte di tronchi). Dopo avere effettuato tutto il giro del Parco, a tarda sera ci accomodiamo proprio sulla riva, insieme a decine di migliaia di persone, per assistere a questo straordinario spettacolo.
Si spengono tutte le luci e sul palcoscenico dell’isola appare Topolino che danza a ritmo di musica mentre sul lago fanno la loro comparsa delle chiatte illuminate con tutti i personaggi che ballano e salutano gli estasiati spettatori, che si entusiasmano particolarmente al passaggio del gigantesco galeone di Capitan Uncino, intento a duellare con Peter Pan sugli alti pennoni del magnifico "tre alberi". E’ una vera e propria "Electrical Parade" sull’acqua e l’effetto è veramente "fantasmic!"… Siamo solo all’inizio, però, perchè quando le chiatte escono di scena, inizia uno spettacolo di luci e suoni semplicemente da "urlo". Laser impazziti che trafiggono la notte, proiezioni su schermo d’acqua nebulizzata, fuochi d’artificio, un drago gigante che si erge alto dietro la scena e "dulcis in fundo", le acque del lago che si incendiano in un crescendo rossiniano di effetti speciali che suscitano "ooohh!!" di stupore e ammirazione da parte di tutti i presenti. Incredibile… Ma torniamo al pomeriggio, quando ci incamminiamo, dopo "Big Thunder mountain", verso la parte nord del Parco, caratterizzata dalla presenza di FESTIVAL ARENA, un teatro all’aperto momentaneamente "fuori servizio", ma che dagli addobbi richiama senza ombra di dubbio le scenografie de "Il gobbo di Notre Dame".
Nelle immediate vicinanze, una simpaticissima area di ristoro, "Big Thunder Barbecue", dove gli ospiti possono acquistare carne alla brace direttamente su carri "conestoga" tipici della "corsa all’oro" e consumarla sui tavoli di tronchi disposti tutt’intorno. Usciamo da FRONTIERLAND e ci ritroviamo nel mondo delle favole: FANTASYLAND. Questa zona è pressochè identica a quella degli altri "Magic Kingdom e presenta tutte le attrazioni classiche, con l’aggiunta di "Alice in Wonderland", un percorso su automobili a forma di bruco alla scoperta del mondo di Alice (nulla di eccezionale, peraltro). Annoveriamo quindi i padiglioni di "Biancaneve", "Pinocchio", "Mr. Toad’s" e "Peter Pan", che lasciano un poco indifferenti gli adulti (eccetto lo splendido "Peter Pan"). Ci troviamo, comunque, nell’area dedicata ai bambini e non dobbiamo dimenticarlo, oltre al fatto che in questo "quartiere" si vive veramente la "Magica atmosfera Disney".
Le attrazioni sono veramente molte: "Casey Jr. Circus Train", un trenino con carrozze a forma di gabbie d’animali che effettua un placido percorso tra monti e vallate (ovviamente in scala) ispirandosi al film "Dumbo". "Storybook Land Canal Boat", simile a quello di Disneyland Parigi, propone un breve viaggio a bordo di piccole imbarcazioni, fiancheggiando le riproduzioni in miniatura delle ambientazioni classiche dei cartoni animati Disney. Troviamo quindi il villaggio di Belle ("La Bella e la Bestia"), il palazzo del Sultano ("Aladdin"), il villaggio del principe Eric ("La sirenetta") e tanti altri. Non dobbiamo dimenticare, infine, due delle attrazioni di maggior successo di quest’area: "Matterhorn Bobsleds" e "It’ a small world". "Matterhorn" è la riproduzione del Monte Cervino, che svetta con la caratteristica cima innevata, fornendo il supporto ad un simpaticissimo Roller Coaster a doppio carrellino (4 posti in totale).
Il percorso si snoda quasi tutto all’interno della montagna, tra grotte, precipizi e incontri non proprio amichevoli con lo Yeti, per la gioia di grandi e piccini (è un’attrazione che non contempla limiti minimi di altezza). La "coda", purtroppo, è sempre al limite della sopportazione… "It’s a small world", presente in ogni Parco Disney, è un viaggio a bordo di capienti barconi alla scoperta dei popoli di tutto il mondo, rappresentati da centinaia di bamboline agghindate nei propri costumi tradizionali e situate all’interno di scenografie (un poco stereotipate) che rimandano a continenti e nazioni. Un allegro motivetto, sicuramente ormai più conosciuto di "Satisfaction", accompagna adulti commossi e bambini estasiati per tutta la lunghezza del percorso. La "coda" non è mai troppo lunga, anzi, nelle ore serali è addirittura inesistente… E’ inoltre d’obbligo l’ingresso (ad orari prestabiliti) al "Fantasyland Theatre", dove viene rappresentato un bellissimo "musical" di circa 30 minuti che ha per protagonisti numerosi personaggi dei cartoni Disney, con grande sfoggio di scenografie ed effetti speciali.
Presso i confini tra FANTASYLAND e TOMORROWLAND era situata una delle più interessanti attrazioni del Parco, "20.000 leghe sotto i mari" che, anche se un poco datata, risultava estremamente piacevole. Si trattava di un viaggio all’interno di sottomarini (in questo caso, gialli, a differenza di quelli verdi di Magic Kingdom di Orlando) alla scoperta delle profondità del "sesto continente". Sia nel caso del Parco californiano che di quello in Florida, l’attrazione è chiusa per permettere la costruzione di un nuovo padiglione, sfruttando l’enorme lago e le grotte che vi si affacciano. All’estremo nord del Parco, raggiungibile per mezzo di un piccolo tunnel che "bypassa" la ferrovia, troviamo MICKEY’S TOONTOWN, che, come suggerisce il nome, è il paese dei personaggi Disney. E’ il paese più simpatico del mondo, coloratissimo e dalle architetture "sghembe" e "gommose" frutto della sfrenata (e geniale) fantasia dei "Disney’s imagineers". E’ semplicemente fantastico aggirarsi per la piccola "Main Street", su cui si affacciano le abitazioni di Topolino, Pippo, Minnie e Roger Rabbit, senza dimenticare l’albero di Cip e Ciop, la caserma dei pompieri e altre pazze e buffissime costruzioni. Dotatevi di una pellicola di buona qualità e potrete sbizzarrirvi scattando foto che, una volta sviluppate, presenteranno colori incredibilmente vivaci e dalle tonalità "fumettose". Anche in quest’area sono presenti alcune attrazioni, tra cui spicca "Roger Rabbit’s Car Toon Spin", una folle corsa a bordo dell’auto di Roger Rabbit, che non ne vuole sapere di assumere un assetto stabile, roteando su se stessa ad ogni curva ed ostacolo, all’interno di un capannone zeppo di sorprese, lazzi e frizzi a volontà… imperdibile, anche se la "coda" si assesta mediamente sui quaranta minuti ed oltre. Per i più piccoli, ma anche per gli adulti che si sentono bambini, è possibile sperimentare l’ebbrezza della velocità, salendo sul piccolo Roller Coaster "Gadget’s Go Coaster", mentre presso la "Goofy’s Bounce House", l’ingresso è vietato ai maggiori di 10 anni… Si tratta di una casa con arredamento "gommoso", dove i piccoli ospiti sudano copiosamente saltando a destra e a manca, sempre osservati dall’occhio vigile dei "cast members" (e dai genitori attraverso le finestre).
Molto simpatico anche il Battello di Paperino, "Donald’s Boat", dove i giovani marinai in erba possono sbizzarrirsi sul ponte di comando o nella stiva, tra barili, scale e sartiame. Non mi vergogno ad affermare che all’interno di MICKEY’S TOONTOWN mi sono sentito più bambino dei miei figli e non sarei più voluto uscire da quel luogo "magico". E’ ormai giunto il tramonto e decidiamo di visitare l’ultima area del Parco, TOMORROWLAND, decisamente trasformata rispetto alla nostra ultima visita, dieci anni fa. Le luci conferiscono un’atmosfera ancora più spaziale a questa zona, dove spiccano alcune delle attrazioni più famose dei Parchi Disney. Tutta l’area è caratterizzata dalla presenza di un percorso sopraelevato che originariamente ospitava il vecchio "People mover", un anacronistico mezzo di trasporto (pur se ambientato nel futuro), ma che ora è teatro della velocissime corse di "Rocket Rods".
Si tratta di vetture avveniristiche a forma di razzo che trasportano i passeggeri ben legati sui seggiolini a discrete velocità, soprattutto in accelerazione. Il sibilo prodotto dal motore è inconfondibile e funge da colonna sonora per gli ospiti di TOMORROWLAND, che osservano, dal basso, lo sfrecciare della auto sulle loro teste. "Coda" assolutamente indecente (dal momento che si tratta di un’attrazione a modesta portata oraria), che supera spesso l’ora e quindici minuti… Si dice "Space Mountain" e immediatamente tutti capiscono… si tratta del celebre Roller Coaster spaziale al buio che viene ospitato all’interno del gigantesco padiglione all’estrema destra di ogni Parco Disney.
La "coda" è sempre discretamente lunga e, tutto sommato, personalmente ritengo non ne valga nemmeno la pena, dal momento che questa attrazione, la prima nel suo genere in un Parco Disney, si presenta ancora nella versione originale, ormai decisamente superata. Non compete sicuramente con "Space Mountain" di Disneyland Paris, dal momento che presenta ancora i carrellini a 5 posti in linea, senza bloccaggio alla spalla, perchè non si effettua alcun tipo di "loop".
E’ interessante per la lunghezza del percorso, davvero notevole, ma attualmente almeno 10 altri parchi al mondo (in Europa, ad es. EuropaPark e Phantasialand) presentano una struttura di percorso simile, pur se più corta. Gli appassionati della saga di "Star Wars" possono sperimentare il simulatore "Star Tours", incentrato sulla folle corsa a bordo di una delle astronavi del film. Anche questa è un’attrazione identica a quella di Parigi, come pure "Honey, i shrunk the Audience", il film tridimensionale con effetti speciali anche in sala, che personalmente ritengo piuttosto deludente, anche alla luce dell’enorme e spropositato "battage" pubblicitario che ha sommerso gli utenti europei. Da segnalare anche il Padiglione "Innoventions", dove è possibile visionare e sperimentare alcune nuove tecnologie, soprattutto nel campo informatico e ludico. L’ultima attrazione degna di nota presente a TOMORROWLAND è costituita da "Autopia", un percorso per automobili a due posti in cui anche i bambini possono guidare, dal momento che le auto viaggiano su un binario centrale che impedisce di uscire dalla pista in caso di sterzate troppo violente. E’ ormai prossimo l’orario di chiusura e resta ancora il tempo per visitare l’attrazione più recente del Parco, "Indiana Jones Adventure". Ci rechiamo quindi verso ADVENTURELAND e, come volevasi dimostrare, a tarda ora la "coda" è inesistente. L’attrazione appartiene ad un nuovo genere, inaugurato lo scorso anno presso "Animal Kingdom" di Orlando. Si tratta di vetture (in questo caso, una jeep formato maxi) che pur poggiando su ruote, nascondono un sofisticato sistema idraulico simile a quello dei simulatori di volo, che a tratti le solleva e permette di "movimentare" notevolmente il viaggio attraverso scenografie da "urlo".
Vengono quindi unite le caratteristiche scenografiche dei classici "rides" con quelle dei "simulatori", che in questo caso non sono al chiuso, ma accompagnano i passeggeri attraverso un’esperienza veramente entusiasmante e incredibile. Il percorso è veramente mozzafiato, dislocato all’interno di caverne, antiche rovine e addirittura l’interno di un vulcano attivo. I passeggeri vengono trasportati attraverso ponti pericolanti e rischiano di venire trafitti da dardi che sibilano ad altezza d’uomo (scariche di aria compressa che provocano una sensazione devastante), in un crescendo di effetti speciali che coinvolgono i sensi principali, olfatto compreso. Sicuramente una delle più belle attrazioni del mondo!!! Il viaggio risulta talmente "tumultuoso" da impedire quasi del tutto le riprese con la videocamera. Usciamo da "Indiana Jones Adventure" e godiamo ancora per qualche minuto dello spettacolo della Main Street illuminata, anche se a dire il vero, l’impatto del Castello, effettivamente molto più piccolo dei suoi "fratelli", non è particolarmente sconvolgente. Sparse all’interno del Parco, si possono sperimentare altre attrazioni minori, soprattutto giostre, mentre per quanto riguarda la ristorazione, come sempre, Disney è al "top".
Si può trovare veramente di tutto, dal semplice chiosco della limonata, al ristorante "extralusso" accessibile solo dietro prenotazione. I negozi sono numerosissimi, ricchi di "gadget" e amenità che farebbero impallidire gli amanti del "rococò", ma ci troviamo nel luogo del trionfo della fantasia e del "kitsch" e risulta bellissimo persino l’enorme elefante in vetro verde che troneggia nella hall della "Blue Ribbon Bakery"… Anche se personalmente preferisco il Magic Kingdom di Orlando, Disneyland è pur sempre Disneyland e un giorno trascorso all’interno del papà di tutti i Parchi Tematici, ne vale almeno tre in un altro Parco…