L’ingresso è favoloso. Un piccolo villaggio di Pirati accoglie i visitatori e crea un impatto veramente eccezionale. La pianta del Parco, come tutte le strutture realizzate recentemente, è di tipo circolare, ma a nostro avviso, presenta un notevole difetto di viabilità a causa della collocazione di un laghetto centrale. Se da un punto di vista scenografico l’impatto è gradevolissimo, la presenza del lago obbliga i visitatori ad effettuare un percorso obbligato, in un senso o nell’altro, negando la possibilità di accedere velocemente da un’area non contigua all’altra, come accade invece per i Parchi Disney.
Intendiamoci, sia la Disney, come pure la Universal, negli ultimi anni ha operato seguendo questa nuova filosofia realizzando rispettivamente Disney California Adventure e Universal Islands of Adventure, ma la viabilità (soprattutto la disposizione delle attrazioni in orizzontale piuttosto che in verticale sui raggi) è nettamente meno caotica rispetto a quella presente nel parco ravennate.
Il verde presente nel Parco è addirittura fin troppo abbondante, anche se molto curato e a volte contribuisce a disorientare i visitatori che vi si recano la prima volta e non riescono a trovare alcuni ingressi alle attrazioni. Di seguito, una veloce carrellata su quanto offre il Parco.
Le due attrazioni di punta del Parco, che da sole valgono il costo del biglietto sono “Katun”, fantastico inverted coaster della B&M e “Reset”, uno shooting dark-ride di notevole spessore per quanto riguarda la scenografia (veramente da urlo), mentre per quanto riguarda i bersagli è auspicabile un intervento migliorativo nel corso della pausa invernale.
Di “Katun”, in assoluto uno dei migliori Coaster del vecchio continente, è doveroso evidenziare che è stato collocato in un’area caratterizzata dalla presenza di rovine della civiltà Maya e che la sua imponenza e maestosità lo rendono alla vista assai più “massacrante” di quello che è in realtà. Fluidità di percorso, sollecitazioni forti ma allo stesso tempo entro i limiti di tollerabilità anche per le persone normali, sono caratteristiche che lo portano davvero ad essere considerato uno dei migliori del mondo.
Le altre attrazioni degne di nota, peraltro molto diffuse anche nella maggior parte dei Parchi Europei, sono:
“Ghostville”, una dark-ride (percorso al buio) che i passeggeri affrontano a bordo di carrellini da miniera all’interno di una scenografia western-horror di ottimo impatto, anche se in certi frangenti ricorda un poco quella tipica dei treni fantasma dei luna-park.
“Raratonga”, un percorso su barche galleggianti dotate di cannoni ad acqua che il pubblico utilizza per colpire appositi bersagli o gli occupanti delle altre imbarcazioni. Molto bella la scenografia, anche se l’attrazione è di piccole dimensioni e lascia nei visitatori uno spiacevole senso di insoddisfazione. Per intenderci, qualche decina di metri di percorso in più l’avrebbero classificata come una delle migliori attrazioni italiane.
“Niagara”, una veloce discesa a bordo di barconi giganti con “fradicio” tuffo nel lago sottostante. Attrazione breve ma molto intensa. Si tratta di un classico Tidal wave con percorso veramente corto e non tematizzato. Premettendo per correttezza che nella paggior parte dei parchi si presenta parimenti in questa versione “nuda”, la realizzazione di una importante scenografia di contorno avrebbe potuto contribuire a migliorarne l’impatto.
“Columbia” & “Discovery” (in origine il nome era “Le torri gemelle”, ma dopo i fatti dell’11 settembre 2001, si è deciso di cambiare il nome) sono due torri verticali di 60 metri di altezza. Si tratta di una doppia Free fall Tower decisamente interessante e ultimamente anche discretamente tematizzata. E’ possibile sperimentare, a seconda della torre scelta, l’accelerazione dal basso verso l’alto con successiva caduta (space shot) o la caduta con rimbalzo (turbo drop). Consigliamo di effettuare ambedue le esperienze. Nella zona sono stati piazzati quattro aerei da caccia dell’aviazione italiana.
“Autosplash” è il classico Log/flume ride, e cioè un percorso a bordo di tronchi (in questo caso tramutatisi in automobili) con una discesa finale discretamente lunga, veloce e… bagnata.
“Rio Bravo”: percorso su gommoni, unico in Italia fino al 1998, anno in cui anche Gardaland ha provveduto ad inaugurare, ma inflazionatissimo in Europa, dove è praticamente presente in ogni medio e grande Parco. Risente fortemente della mancanza di una tematizzazione plausibile, anche se le finte rocce inserite a corredo del percorso sono numerose e di forte impatto.
“Explorer”, trenino veloce su rotaia a propulsione elettrica che effettua due giri in un’ambientazione rocciosa da canyon; onestamente piuttosto deludente, anche se i bambini apprezzano sufficientemente. In effetti è deludente solamente se consideriamo che è presente a Mirabilandia, perchè altrimenti, in qualsiasi altro parco di piccole dimensioni verrebbe presentato come una delle attrazioni di punta.
“Hara-kiri” è una discesa rettilinea su canottini, anch’essa molto presente nei vari Parchi Europei). Alla fine della stagione 2000 è stata rimossa per fare spazio al nuovo “Family coaster” ed è stata collocata nell’area dell’ex Circo.
“Scuola di Polizia”: in un’apposita area dotata di una capiente tribuna coperta, si svolge uno spettacolo di stuntmen di ottimo livello e caratterizzato da una scenografia più che onorevole.
“Eurowheel” è stata la Ruota Panoramica più alta d’Europa fino all’avvento della “Millennium” di Londra. Si gode di una vista invidiabile su tutto il Parco e la zona circostante.
Si aggiungono poi diverse attrazioni da Luna-Park, tecnologicamente all’avanguardia e una vasta e completissima area dedicata ai più piccini, come pure una “Monorotaia” che attraversa una porzione del Parco e un Wild Mouse eccessivamente “brusco” in alcuni passaggi, rinominato “Pakal”.
Sul fronte degli show indoor, si distingue nel 2008 “Con un poco di zucchero”, che abbina una scenografia purtroppo poverissima ad un corpo di ballo e a cantanti live veramente di prim’ordine. La carenza scenografica è da addebitare alla promiscuità della location, che è utilizzata anche come Cinema 4D con la proiezione (ad orari alternati con lo show musicale) di “Fly me to the moon”, un filmato in computergrafica che abbina una storia gradevole ad un 3D di ottima qualità. Di media qualità invece gli effetti in sala, che si riducono a qualche spruzzo d’acqua e poco altro.
Il Parco non è classificabile come tematico puro, in quanto le diverse macro-aree non sono particolarmente caratterizzate, anche se le singole scenografie sono ottimamente realizzate e negli ultimi anni è stato compiuto un notevole sforzo per innalzarne ulteriormente il livello qualitativo.
Un parco che a nostro parere nei primi anni del nuovo millennio si era caratterizzato eccessivamente come teen-oriented, ma che con gli spettacoli e le nuove attrazioni per bambini proposte nelle ultime tre stagioni pone decisamente le basi per un riequilibrio della situazione.
Negli ultimi anni si è anche decisamente investito sull’area Mirabilandia Beach, nuovo parco acquatico che ha avuto un riscontro assai positivo da parte del pubblico e che all’inizio della stagione 2004 si presenta addirittura raddoppiato nella sua estensione e che nel 2008 presenterà ulteriori novità.
La nuova proprietà del parco (dal 2006 è la Parques Reunidos) non ha ancora precisato quali sono i programmi relativi all’ulteriore sviluppo di Mirabilandia, ma l’apertura di “Reset” nel 2008 e quella di “iSpeed”, adrenalinico launched coaster di Intamin, nel 2009, lasciano ben sperare per il futuro.
Cosa manca sostanzialmente ancora al parco per continuare a crescere? Sicuramente un grande teatro dove gli artisti possano esibirsi circondati da scenografie effettivamente consone al loro livello, ma siamo pronti a scommettere che entro il 2010/2011 Mirabilandia provvederà anche a questo.