a cura di Roberto Canovi (agosto 2002)
Quelli che di voi non hanno ancora avuto la fortuna di visitare i parchi di Orlando e nello specifico il DISNEY TYPHOON LAGOON, ora possono trovare sulle rive del Lago di Garda una struttura che può alleviare la frustrazione… “Non mi vergogno ad ammettere che il nostro punto di riferimento è il parco americano e che abbiamo cercato di replicarne alcune caratteristiche, pur nel limite del nostro budget”, afferma con tono deciso Fabio Amicabile (proprietario, col padre Alfonso, di CANEVAWORLD), nel corso del nostro ultimo incontro ad AQUAPARADISE. Come dargli torto? Credo che il risultato sia sotto gli occhi di tutti: un parco completamente tematizzato e dotato di numerose attrazioni, addirittura in numero superiore a quelle presenti nel parco della Florida.
Il confronto tra questi due parchi, intendiamoci, è improponibile, ma è innegabile che a livello europeo ci troviamo al cospetto di quello che attualmente reputo il migliore “parco acquatico tematico”.
L’ambientazione è quella caraibica, con tanto di fortino dei pirati e sabbia bianca che circonda una delle migliori lagune che siano mai state realizzate in un parco italiano. Molte delle strutture di servizio (ristorazione e negozi) hanno subito un restyling che le qualifica a pieno titolo come Disney style ed è un vero piacere percorrere la via principale osservando come ogni particolare sia stato curato nei minimi dettagli. Anche molte delle attrazioni sono state tematizzate con cura, l’unico problema è dato dal fatto che molti degli ospiti non lo capiscono…
“Uno dei commenti negativi che riceviamo più spesso è quello relativo alla ruggine e alle parti in legno danneggiate”, mi rivela sorridendo Fabio. “Spesso non abbiamo nemmeno il coraggio di rispondere che abbiamo speso una barca di soldi per realizzare quegli effetti…”.
Buona parte del pubblico italiano, in effetti, si trova ancora all’età della pietra per quanto riguarda la conoscenza e la fruizione del prodotto parco, ma speriamo in un rapido evolversi di questa cultura, magari grazie anche al nostro lavoro come Parksmania Club. La realizzazione di questo parco ha comportato, nel corso degli anni, una spesa notevole, ma ora siamo in presenza di una struttura moderna e completa, pronta a reggere il confronto con altre eventuali realizzazioni per almeno un quinquennio, anche se negli ultimi due anni il parco è stato un po’ trascurato dalla dirigenza, impiegata anima e corpo nello sviluppo di MOVIE STUDIOS PARK. Parliamo però nello specifico delle attrazioni del parco acquatico, che inizialmente sono state progettate e realizzate direttamente dal parco. Dopo la realizzazione di “Stukas”, nel 1992, la costruzione dei nuovi scivoli viene affidata alla DIERESIN, una ditta esterna locale, ma i progetti restano di competenza del parco. In un parco acquatico non può mancare la piscina a onde e quella di AQUAPARADISE è una delle prime costruite in Italia. La spiaggia bianca che la circonda è di notevole impatto, anche se la percezione di una struttura “rivitalizzata” è netta , almeno agli occhi di un utente evoluto.
Restiamo sulle attrazioni tranquille e ci spostiamo presso “Coral Bay”, un’ampia laguna con isoletta centrale che offre un discreto relax, tranne ovviamente nelle affollate giornate di ferragosto… Anche “Lazy River”, un classico fiume lento su ciambelloni, offre un percorso rilassante e particolarmente lungo, parzialmente ben mimetizzato dalla vegetazione che lo circonda. Non mancano nemmeno le vasche da idromassaggio, ma a mio parere presentano un grande difetto nel non contenere acqua riscaldata. Non è necessario raggiungere le temperature ustionanti tipiche delle vasche americane, ma francamente, una temperatura leggermente superiore a quella riscontrata anche ad agosto, sarebbe stata molto più gradita. Per gli aspiranti Rosolino e Fioravanti, è possibile allenarsi all’interno della piscina “Blu Lake”, presente fin dalla prima apertura di quello che nel 1982 si chiamava CANEVASPORT.
Seminascosta e poco frequentata, l’attrazione “Bermuda Abyss” avrebbe discrete potenzialità, dal momento che richiama (in tono decisamente minore) la favolosa “Shark Reef” di TYPHOON LAGOON. Purtroppo, le piccole dimensioni della vasca e l’assenza di pesci tropicali (peraltro non imputabile al parco, ma alla legislazione italiana in relazione alla presenza obbligatoria di cloro, che non consente in pratica l’accoppiata uomo-pesci nella stessa vasca), sviliscono grandemente il tutto e non sono molti i “sommozzatori” disposti a concedersi una immersione. La chiglia rovesciata e semisommersa della barca e le rocce situate sul fondo della piscina, infatti, probabilmente verranno rimosse già dal prossimo anno per fare spazio ad una laguna più grande. Un vero peccato. L’area dedicata ai bambini è veramente carina, con un vascello pirata che troneggia al centro del piccolo lago, due mini-scivoli e un piccolo foam in gomma. La caratteristica che lo eleva al di sopra di molte delle aree presenti nei parchi concorrenti, a mio parere, è la presenza di un recinto che circonda tutta la zona e permette ai genitori di rilassarsi maggiormente ai bordi dell’acqua o addirittura in prossimità dell’unica, strettissima, uscita presente. Passiamo ora alle attrazioni più impegnative, iniziando da quello che, a mio parere, è un vero piccolo gioiello: “Water Jump”. Si tratta di due brevi tubi rettilinei che partono da un’altezza di circa 10 metri e che presentano una curvatura verso l’alto nel tratto finale. Ciò permette ai fruitori di compiere un salto finale di alcuni metri nel vuoto, prima di uno splash scomposto in acqua. La tematizzazione dell’intera struttura è perfetta, ruggine compresa (e se qualche particolare è veramente nature, tanto meglio)… Dalla piccola collina ricoperta di roccia che si erge a monte del parco è invece possibile lanciarsi lungo le morbide corsie del foam “Typhoon”, dotato di due gibbosità tipiche di tanti altri scivoli di questa tipologia, ma comunque veramente divertenti. A fianco, dopo essersi dotati dell’apposita ciambella, si può affrontare la discesa completamente al buio di “Black Hole”, un vero must per i più temerari. Il percorso è lunghissimo e si snoda sotterraneo per quasi tutta la lunghezza del parco. “Inizialmente era stata prevista l’illuminazione, ma poi, la richiesta del pubblico è stata esplicita!… lo preferivano completamente al buio”. Sorride Fabio, mentre mi racconta questi particolari, al contrario del sottoscritto, che durante il percorso non si è divertito affatto, terrorizzato dal pensiero di colpire o venire colpito da altri discesisti. Alla partenza di “Black Hole”, infatti, non era presente nessun membro del personale a regolare le partenze. La scarsa propensione a fare rispettare le regole ai più scalmanati, è stata riscontrata anche in altri punti del parco, ma questo è un problema comune a molti parchi europei. “Quello che manca ancora ai parchi europei – mi conferma Fabio – è la possibilità di motivare fortemente la totalità dei dipendenti, che essendo in prevalenza stagionali e soggetti ad un ricambio annuale con percentuali molto elevate, non siamo in grado di motivare come sarebbe necessario.
Come in tutte le aziende, poi, a volte capita che venga assunta una persona che a distanza di qualche settimana non si dimostra all’altezza del proprio compito e addirittura si comporta in modo non professionale con i visitatori; è ovvio che l’immagine di un qualsiasi parco, anche solo per qualche caso isolato, ne possa risentire. Normalmente, ed è giusto, si lamenta il visitatore che ha avuto un problema e non quello che si è trovato a proprio agio col personale”. Nessuna paura, personalmente ho visto molto di peggio in altri parchi e nel caso di CANEVAWORLD ho riscontrato, specialmente negli addetti alla ristorazione, un’ottima professionalità e una disponibilità encomiabile.
Restiamo sulle attrazioni e non possiamo dimenticare “Kamika”, una delle più antiche del parco, ma che possiede un fascino particolare, dal momento che la struttura è completamente rivestita a formare un vulcano che erutta una nuvola di fuoco allo scoccare di ogni ora.
La discesa di “Kamika” è a corpo libero e con una spinta adeguata in partenza è possibile staccarsi di qualche centimetro dal fondo per alcuni metri, librandosi nell’aria, in occasione del secondo cambio di pendenza. Il lungo rettilineo finale a pendenza zero permette ai più esperti (e cioè quelli che utilizzano al meglio la tecnica scapole-tallone) di giungere fino alla fine della pista, cimentandosi in una specie di scivolo in lungo.
Altra attrazione da percorrere a bordo delle ciambelle è il “Crazy River”, classico water rapid ride intervallato da vasche circolari, in verità piuttosto strette, se rapportate alla velocità che si raggiunge nei tratti rettilinei di discesa. Ho registrato le reazioni di alcune persone che alla fine della corsa lamentavano una eccessiva pericolosità del percorso in presenza di elevata affluenza di riders, documentata anche da piccole abrasioni o ammaccature da contatto violento con altri “discesisti”. In ogni parco acquatico, naturalmente, non possono mancare i classici body slide a serpentina e AQUAPARADISE non fa eccezione. E’ possibile scivolare su “Tri-splash” e “Anaconda” che, al contrario di quanto normalmente succede negli altri parchi, non necessitano di alte rampe di accesso per raggiungere la partenza. La conformazione orografica del parco, infatti, che in questa zona digrada fortemente all’interno dell’alveo di un torrente asciutto, consente di sviluppare alcuni tortuosi percorsi che terminano proprio sul fondo di una stretta e ombreggiata gola. Ritengo che “Tri-splash”, costituito da tre scivoli costantemente appaiati color arancio, di scarsa pendenza e oltretutto caratterizzato da sponde verticali a novanta gradi, sia ben poca cosa. Diverso il giudizio su “Anaconda”, meritevole di un lusinghiero apprezzamento. Si tratta di due slide distinti (giallo e verde) che sommano ottima varietà di curve e rettilinei a buona velocità e notevole lunghezza. Estremamente divertente per gli amanti del genere. Ho lasciato volutamente per ultime le due attrazioni regine del parco: “Stukas” e “Twin Peaks”, perchè simboleggiano rispettivamente la “memoria storica” e “il futuro” di AQUAPARADISE.
Di “Stukas” è sufficiente osservarne la conformazione: un traliccio altissimo che funge da base di partenza per una discesa in effetti impressionante, derivata dall’inclinazione di due scivoli, che permettono velocità veramente elevate. Dallo stesso traliccio è stato ricavato lo start di “Twin Peaks”, scivolo su gommoncino a due posti, caratterizzato dalla presenza di una salita a metà percorso. E’ una esperienza da provare e se proprio manca il coraggio, non è possibile esimersi dal posizionarsi in prossimità dell’apice della salita (a livello del terreno) per osservare il salto effettuato dai due passeggeri prima di lanciarsi di nuovo nella successiva discesa finale. Non tutte le coppie riescono a raggiungere la sommità della salita e scavalcare il dosso, quindi è stata predisposta una uscita supplementare sul fondo della prima gola. Si tratta veramente di un’attrazione spettacolare che però, per motivi di sicurezza, consente il transito di poco più di 100 “temerari” ogni ora. E’ un vero peccato perchè la lunga coda scoraggia molti ospiti e un’attrazione del genere merita sicuramente maggiore fruibilità… chissà, magari in futuro si potrebbe pensare ad un raddoppio del percorso…
Un capitolo a parte meritano la Ristorazione, la tematizzazione specifica delle strutture di contorno e l’Animazione, ma affronteremo l’argomento in seguito.